Oggi abbiamo iniziato la Messa con una prima lettura terribile: pensate a questo padre, Abramo, a cui viene chiesto di sacrificare il figlio. Un uomo che aveva avuto così tante difficoltà ad avere questo figlio, finalmente aveva il figlio promesso e gli dicono di andare a sacrificarlo.
Voi pensate che sia qualcosa di mostruoso, che non si vede nella nostra epoca?
All’epoca era normale, c’erano tanti dei a cui si potevano fare dei sacrifici. Ma oggi? Si fa una cosa del genere? In Italia?
Sembra di no, e invece don Stefano vi dirà di sì.
Vedete, quando si parla di Dio si parla di un assoluto, di qualcosa che mettiamo al di sopra di tutto. Bene, c’è tanta gente, oggi, nella nostra società, che mette al di sopra di tutto la carriera, il lavoro, i soldi, e per far questo devono sacrificare la loro vita familiare, l’avere un figlio… o lo sacrificano attraverso l’aborto, o lo sacrificano semplicemente non programmandolo, non volendolo, rifiutando i figli. Pensate che i governanti attuali in Europa sono tutti senza figli: Gentiloni, Macron, la Merkel, e così via, nessuno di loro ha figli, nessuno. Hanno sacrificato la famiglia per la loro carriera politica.
E così via, noi assolutizziamo delle cose, le facciamo diventare degli dei, e quindi quello che succede ad Abramo, purtroppo, succede nella nostra società.
Ma Dio blocca Abramo, e gli fa capire che lui è il Dio della vita, e che non ha bisogno del sacrificio di Isacco, gli voleva solo far capire che quel figlio non gli apparteneva. E questo, quei genitori che sanno crescere liberamente i loro figli, lo capiscono benissimo: i figli non ti appartengono. I figli un giorno lasceranno il nido familiare per andare.
Ma questo è un cammino anche nostro, di tutti noi che siamo qua oggi: il lasciare le redini a Dio. Il lasciare che Dio possa condurre la nostra vita. Abramo diventerà quello che genererà poi il popolo di Israele, il nostro popolo, anche il popolo mussulmano, tutti dicono di venire da Abramo: un uomo che non riusciva ad avere figli, lasciandosi andare e lasciando che Dio potesse condurre la sua vita, comincia a essere un uomo che darà la vita a un popolo.
Dio vuole fare la stessa cosa con noi: noi certe volte non crediamo in noi stessi, non sappiamo quali sono le nostre risorse. Ma Dio tira fuori da te la cosa migliore. Vuole da te la cosa migliore. Sa quello che tu vali, la tua ricchezza. Dio non viene per distruggerti, ma per dare la vera vita. Tu devi lasciare, non aver paura di lasciare che Dio possa condurre la tua vita. Non ti toglie niente! Ti fa scoprire quello che sei, la ricchezza che sei!
Vedete, nel Vangelo abbiamo questa meravigliosa scena della trasfigurazione: Pietro, con altri due discepoli, segue Gesù e vanno sul monte. Sono discepoli come noi, sono persone come noi che hanno i loro dubbi, le loro difficoltà, i loro problemi. E Gesù fa intravedere loro la sua venuta.
Ciascuno di noi è alla ricerca di questo, vedere la Gloria di Dio, vedere l’infinito, andare oltre la nostra piccola vita quotidiana, oltre il nostro piccolo orizzonte.
Il Signore ci chiama a questo, ci chiama ad andare oltre, e se avete ascoltato bene la preghiera che ho fatto all’inizio, la colletta, ci ha detto una cosa che dobbiamo fare in questo cammino di quaresima. Abbiamo detto questo:
“Nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria”
Purifica i nostri occhi, il nostro cammino di quaresima è proprio questo: purificare i nostri occhi per poter vedere la gloria di Dio, per poter intravedere questa chiamata grande che abbiamo. Allora queste due letture ci portano a capire che noi valiamo molto di più di quello che pensiamo, e che Dio lo sa, e cerca di tirarci fuori la nostra ricchezza.
Per dove? Per andare dove? Ce lo mostra con la trasfigurazione, con questa gloria che appare davanti ai discepoli. E noi siamo chiamati a vederla attraverso la sua parola e la purificazione dei nostri occhi. Il cammino di quaresima ci porta a questo: andare all’essenziale, a togliere le cose in più.
E allora continuiamo questo nostro cammino, avendo ben chiaro dove stiamo andando.
Se la seconda domenica di quaresima la Chiesa ci fa leggere il Vangelo della trasfigurazione è proprio per questo: è il cammino della Pasqua, il cammino che ci fa passare dal deserto, dalla passione, alla resurrezione. E’ il cammino dell’uomo, il cammino di ciascuno di noi.
Chiediamo allora al Signore di darci una mano, attraverso la sua parola, per purificare i nostri occhi. Amen.