“Chi ha sete venga a me, e beva”, chi crede in me. Come dice la scrittura: “Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.
Riprendendo le parole di una delle meditazioni, la quinta (Meditazioni degli esercizi spirituali per il Papa e la Curia Romana del 2018), quella della samaritana, ci è stato detto che per bere bisogna avere sete, sete di Dio, sete di redenzione, sete di vita nuova, di nuova adorazione. Non berremo mai l’acqua viva se come cristiani ci sentiamo giusti e non bisognosi di conversione. Siamo già sazi della nostra falsa santità.
Aggiungerei anche che certe volte non abbiamo sete forse perché non crediamo, quando non c’è passione, quando non c’è voglia di evangelizzare, quando non abbiamo voglia di incontrare Cristo. Dov’è la nostra fede?
Le nostre comunità cristiane vivono tra questi due poli: da una parte chi si crede già giustificato, semplicemente perché risponde a degli obblighi, a delle norme morali e le mette in pratica, e quindi crede che questo lo giustifichi agli occhi di Dio. Dall’altra parte abbiamo i cristiani spenti, addormentati, rinchiusi in alcune loro certezze, che non capiscono che il bisogno di Dio che hanno è prima di tutto in loro, e poi negli altri.
Né l’uno né l’altro è cristianesimo, ma se ci guardiamo intorno, se guardiamo i nostri tanti gruppi, ci rendiamo conto che la maggior parte delle persone sono così, o da una parte, o dall’altra.
Comunità spente o troppo sicure. Unità senza passione o rinchiuse nei loro muri.
Ed è questa sete di Dio che noi dobbiamo riaccendere. Ma per riaccendere questa sete di Dio negli altri dobbiamo prima di tutto riaccenderla in noi.
Non serve a niente andare a criticare la gente che sta in televisione, quella che sta nel quartiere, se prima di tutto non è acceso il nostro cuore.
La nostra comunità potrebbe essere una bomba atomica, centinaia di persone si radunano ogni domenica in questa chiesa: immaginate se tutti fossero pieni di fuoco.
Sabato scorso alcuni dei nostri ragazzi sono stati a Montecarlo, non per vedere il gran premio, ma per l’ordinazione di Will, e Will alla fine della cerimonia ha fatto un discorso, per ringraziare, ma soprattutto ha parlato del fuoco, quel fuoco che lo abitava, quel fuoco che vuole portare con sé quando sarà mandato in Cambogia, l’anno prossimo, e dove starà tutta la sua vita, perché lui fa parte di una congregazione di preti missionari, che quando partono, partono per la vita.
E questo fuoco che noi abbiamo ricevuto nel nostro Battesimo, questo fuoco che abbiamo ricevuto nella nostra Cresima, e che riceviamo tutte le volte che riceviamo i sacramenti, questo fuoco spesso l’abbiamo perso, perso.
Domenica scorsa abbiamo avuto le prime Comunioni: com’è bello vedere questi bambini che si avvicinano pieni di fede, davanti a una comunità che spesso manca di fede. Com’è bello vedere questi bambini che quando escono sono diversi, sono portatori di Cristo! Quante volte le nostre comunità si scordano che sono portatrici di Cristo, uscendo da questa porta!
Dobbiamo tornare ad avere sete, cari amici, è questo di cui abbiamo bisogno, nient’altro! Abbiamo bisogno di avere sete, perché solo così andremo alla ricerca della sorgente, solo così!
Finché non avremo sete vuol dire che abbiamo trovato l’acqua da un’altra parte, abbiamo trovato il pane di un altro mulino, non abbiamo più sete, non abbiamo più fame.
E’ quello che vive il nostro mondo occidentale, e noi ne siamo frutti, conseguenze, ma purtroppo ora non siamo più come nel momento in cui è caduta la civiltà romana, noi non siamo più quegli uomini e quelle donne che danno un senso alla loro vita perché hanno Cristo dentro di sé.
Questa mattina ho celebrato la Messa a san Bartolomeo, sull’isola Tiberina, dove ci sono i martiri del ventesimo e del ventunesimo secolo. Ho visto il breviario di Padre Hamel, il prete ucciso due anni fa in Francia, sgozzato durante la Messa, e di tanti tanti altri martiri del nostro tempo, ventesimo e ventunesimo secolo, pochi anni fa. Uomini e donne che hanno dato la vita credendo in Cristo. Uomini e donne che avevano il fuoco, la sete di Dio.
E’ a loro che ci dobbiamo ispirare, sono loro che testimoniano.
E’ ora di svegliarsi!
E’ ora di riprendere il cammino, è ora di ricercare la Sorgente. Cristo ci aspetta e ci ripete queste parole: “Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Amen.
20 Maggio 2018 – Pentecoste, Messa vespertina nella vigilia
Commento di Don Stefano Cascio