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Oggi la seconda candela è accesa. A poco a poco ci avviciniamo al Natale. Oggi è la seconda domenica di Avvento.
Se ricordate bene: la settimana scorsa eravamo invitati a vegliare. Non addormentarci. Vegliare. Cioè essere svegli per la venuta di Gesù. E su questo cammino che il cristiano fa di preparazione ci sono dei personaggi che incontriamo che ci aiutano ad arrivare al Natale. Ieri era Marua. Oggi Giovanni il Battista, il cugino di Gesù. Nel deserto. E riprendete Isaia: “Voce di uno che grida nel deserto, preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. Questo deserto non è solo quello geografico: il deserto è anche quello della nostra vita, del nostro cuore. Tante volte il nostro cuore è un vero deserto. Perché dove manca l’amore non cresce niente, non c’è vita. E tante volte succede così per noi. Il nostro egoismo, il nostro individualismo fa sì che buttiamo la gente, non c’è più niente, più vita.
E il Signore quindi attraverso Giovanni Battista diventa una vose, una voce che grida al nostro cuore, che grida alla nostra coscienza. Che ci chiama a raddrizzare il nostro sentiero.“Ogni burrone sarà riempito e ogni monte e ogni colle sarà abbassato. Le vie tortuose diverranno dritte e quelle impervie spianate”. Anche qui non dovete solo immaginare quelle esterne, quelle geografiche, ma quelle della nostra vita: i nostri bisogni, le nostre paure. I burroni sono i nostri bisogni, i bisogni di affetto. I colli, le montagne che non ci permettono di vedere forse quello che c’è dietro possono essere le nostre paure. Quante volte creiamo un muro verso l’altro!
E allora camminare sulla via del Signore vuol dire non avere una strada perfetta, ma renderci conto che le nostre strade non sono sempre dritte, renderci conto dei nostri bisogni, renderci conto delle nostre paure. Camminare verso Cristo non significa che tutto è un’autostrada, ma che io poco a poco devo spianare la via verso Cristo.
Questi genitori, questi padrini, se immaginano che i loro bambini avranno una strada perfetta, sbagliano. Sappiamo per esperienza che le nostre strade sono accidentate. Ma loro avranno bisogno dei genitori e dei padrini, essenziali per dare una mano a rendersi conto nel loro cammino di quali sono le loro problematiche, per aiutare questri figli a crescere, per spianare paure e bisogni. Il vostro dovere non è di dire ai vostri bambini che viviamo in un mondo perfetto, ma rendersi conto che a queste paure e a questi bisogni che ciascuno di noi ha, che i vostri bambini avranno diventando grandi, solo Cristo sarà la vera risposta.
E allora il nostro cammino d’Avvento diventa anche un cammino di vita. Il nostro cammino d’Avvento diventa un cammino in cui mi rendo conto di aver bisogno di Lui, che il bisogno fondamentale che ogni uomo e ogni donna ha trova la loro risposta e la loro verità in Cristo: via verità e vita.
Non è un compito facile quello di crescere un figlio. Ma se noi crediamo di nascondere le cose difficili, che sono le cose essenziali, le domande essenziali della vita, non risponderemo al bisogno che il nostro bambino ha, per crescere.
Allora chiediamo al Signore di accompagnarci in questa via. Una via non facile, ma che ci deve portare e ci porterà a Cristo Salvatore. Che viene nella nostra storia. Ecco perché all’inizio c’’è tutto questo fatto del tetrarca, del sacerdote eccetera eccetera. Perché Gesù entra nella storia. La nostra storia, la nostra vita, Amen
9 dicembre 2018 II dimenica di Avvento
Omelia di Don Stefano Cascio
Trascrizione di Maddalena Kemeny