Il bambino, l’acqua sporca e l’amore
Eccoci nell’ultima festività del tempo natalizio. Oggi finisce. La settimana prossima non ci saranno più alberi di Natale, Bmbin Gesù, presepi… Si conclude tutto con questa festa. E cosa celebriamo oggi? Il Battesimo di Gesù.
Ora, se avete sentito bene il Vangelo, il Battesimo di Gesù non è come il Battesimo che celebreremo questa mattina: Gesù non era un bambino piccolo, che è stato portato in una chiesa per fargli il Battesimo. Gesù era grande! Gesù aveva trent’anni. E si mette in coda in questo deserto, vicino al fiume Giordano, per ricevere anche lui questo Battesimo da Giovanni Battista.
Ma nel Battesimo vi ricordate cosa sempre succede? Siamo ripuliti dal nostro peccato originale. Adesso però cerchiamo di capire che cose significa questo. Perché Gesù non aveva peccato! E’ stato uomo, ha vissuto come gli uomini eccetto il peccato. Quindi perché Gesù va nel Giordano a questo rito di purificazione che faceva Giovanni il Battista? Vedete, Gesù si mette in fila, in mezzo agli uomini, entra nell’acqua sporca del Giordano. Non sporca perché era sporca di alghe o non so che, ma sporca del peccato degli uomini. Gli uomini entravano perché avevano bisogno di fare questo gesto perché dicevano: Io voglio cambiare vita. E Gesù entra nel peccato degli uomini, Gesù entra là.
Qual è il peccato più grande? Il peccato originale. Qual è il peccato originale? La mancanza di fiducia. Allora vedete che non è un peccato problema di Adamo ed Eva che noi ci portiamo avanti. E’ un peccato che ciascuno di noi vive, in particolare quando noi diventiamo sempre più grandi. Perché diventando grandi pensiamo di poter fare tutto da soli e allora pensiamo che di Dio non ne abbiamo bisogno, lo mettiamo da parte. Il peccato originale è questo: la mancanza di fiducia; e la fede, di cui si parla tanto, non è altro che fiducia in Dio. E noi questa fiducia tante volte la perdiamo. Altre volte l’ho detto: è come in una coppia. Se nella coppia c’è un pochino di sfiducia, una percentuale piccola di sfiducia, basta questo per distruggere una relazione. Perché per esempio ogni volta che lui riceve una chiamata, tu andrai a vedere che cos’era, quale messaggio ha ricevuto, chi è che ha fatto questo. Ecco, così succede nella nostra relazione con Dio. Anche con poca sfiducia, poco a poco la relazione si distrugge.
Allora cosa offriamo a questi bambini questa mattina? Gli offriamo di entrare nella vita di Cristo. Che cos’è entrare nella vita di Cristo? Questi bambini verranno immersi nell’acqua, muoiono al peccato in Cristo per rinascere con lui nella Resurrezione. Muoiono al peccato per rinascere alla vita nuova. E che cos’è questa vita nuova? Qual è la vita nuova che ciascuno di noi ha ricevuto? Qual è questa vita bella che portiamo dentro di noi? Ciascuno di noi porta questa vita straordinaria, questo dono grande! E sapete che siamo figli di Dio! Avete sentito alla fine del Vangelo quello che viene detto: una voce dall’alto dice: “Questo è mio Figlio, in cui mi sono compiaciuto”. Questa frase la sentiamo ciascuno di noi nel Battesimo.
La cosa bella è che se noi ovunque siamo, al lavoro, a casa, in parrocchia ci sentiamo amati, diamo dieci volte di più. Se al lavoro il nostro capo ci vuole bene, ci dà fiducia, noi lavoriamo molto bene. Se a casa ci sentiamo amati, noi le diamo venti volte di più. E così via. Noi dobbiamo prendere coscienza di quello che abbiamo ricevuto. Siamo figli di Dio, amati da un Padre, amati anche se sbagliamo. Cristo quando fa la coda ed entra nell’acqua sporca, nell’acqua del nostro peccato, quando entra nella nostra vita di peccatori, mostra proprio che anche lì ci ama. Proprio come un padre e una madre che, malgrado quello che può fare il figlio di sbagliato, lo vanno a prendere, lo riportano a casa e cercano di mostrargli che lo amano e di farlo crescere. Dio fa così con noi. Noi dobbiamo riscoprire questo. E quello che sarà dato a questi bambini, aiutati dai padrini, che cosa sarà? Non sarà la dottrina cattolica, non saranno dei valori! Perché tutto questo è il seguito, viene dopo! Ma la cosa principale che ciascuno di voi dovrà dare a questi figli è fargli sentire che sono amati da Dio, questa fiducia grande che abita nel nostro cuore! Se voi riuscite a far passare questo ai vostri figli, avrete vinto.
Carissimi, noi non cerchiamo di battezzare i nostri figli per dar loro dei valori belli e buoni! I catechisti non fanno l’educazione dei vostri figli! Quello che vogliamo far capire a tutti è che siamo amati. E questa fiducia grande che abbiamo nel cuore ci permette di amare gli altri. Se non amiamo gli altri, se abbiamo paura di questo mondo, è forse perché non abbiamo la fede e quindi non abbiamo fiducia in Dio.
Noi siamo nel mondo, ma non siamo del mondo. Ma a questo mondo ci siamo, lo dobbiamo migliorare, noi dobbiamo portare l’amore di Dio che è stato riversato nel nostro cuore. Se noi siamo dei cristiani che si chiudono dentro le loro mura, se abbiamo paura del mondo esterno, allora non abbiamo quella fiducia. Ci siamo dimenticati anche le parole di Giovanni Paolo II, che diceva: “Non abbiate paura! Aprite, spalancate le porte!” Noi è lì che dobbiamo andare, è lì che dobbiamo portare l’amore di Cristo.
E allora se questi bambini vengono formati dall’amore, se vengono formati a capire che devono avere fiducia in Dio, avremo vinto!
Ma questi genitori non lo possono fare da soli. Ecco perché ci sono i padrini, ecco perché c’è una comunità, una grande famiglia che accompagna, che aiuta, che sostiene. Una comunità di fede! Non una comunità di amici, una comunità di fede! E’ nella fede che divento amico! Una comunità che cresce con me, che mi accompagna, che mi aiuta come un padre; una famiglia dove Dio è il Padre.
Grazie per la scelta che avete fatto qui questa mattina. Sappiate che cercheremo di accompagnarvi come possiamo. Aprite il vostro cuore, apriamo il nostro cuore a questo amore di Dio che vuole entrare oggi nella vita dei vostri figli. Amen
13 gennaio 2019 Battesimo di Gesù
Omelia di Don Stefano Cascio
Trascrizione di Maddalena Kemeny