Il paradiso è amare
E’ bello poter celebrare due Battesimi nel giorno della festa della santissima Trinità, perché questi bambini vengono battezzati nella Trinità. Infatti, come sapete, nel momento in cui metteremo l’acqua sul loro capo, lo faremo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Quindi in nome di questa Trinità verranno battezzati.
Ma che cosa significa la santissima Trinità? E’ qualcosa di molto complesso e nello stesso tempo di molto semplice. Se andiamo a vedere i trattati di teologia sembra qualcosa di molto complicato. Ma noi qua facciamo un po’ di teologia spicciola. E cerchiamo di capire che cosa esattamente significa. Perché nella Genesi ci viene detto che noi siamo stati creati a immagine di Dio. E se questo Dio è la santissima Trinità, noi siamo a immagine di questa Trinità. E se ci viene dato di festeggiare la Trinità dopo la Pentecoste, ci deve essere una ragione. Eh sì. Perché la santissima Trinità parla anche di noi.
Noi la settimana scorsa nella Pentecoste siamo stati mandati in missione. Noi dovremmo battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: è così che Gesù ha mandato i suoi discepoli. E allora cerchiamo di capire questa Trinità che cosa dice a noi.
Ci dice che è un Dio che vive nella comunione: un solo Dio in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Una natura divina e tre persone. E c’è questo interscambio, questa comunione di queste tre persone. Qual è questa comunione? E’ l’amore.
Così cominciamo a vedere che si tratta di qualcosa che tocca ciascuno di noi. Perché noi non possiamo vivere da soli. Perché chi vive solo vive male, è triste. C’è qualcosa che gli manca. Ciascuno di noi ha bisogno di creare comunione. Ha bisogno di creare comunione con qualcun altro. Questi bambini verranno educati nella comunione, nel saper vivere con l‘altro. Per l’altro. Ed è quello che il Signore è venuto a insegnarci: l’uomo non può vivere da solo. Ricordate Adamo, che non riesce a creare comunione con gli oggetti o con gli animali o con i vegetali che ha attorno a sé; ma quando incontra Eva, la riconosce subito. Ecco, l’uomo è così, ha bisogno dell’altro.
Il nostro Dio quindi non è qualcosa di così lontano, perché guardando a lui, guardo me.
Noi qui stiamo parlando della nostra origine e nello stesso tempo del nostro futuro. Perché la santissima Trinità è la chiamata a dove devo andare. La santissima Trinità è questa comunione con Dio e ciascuno di noi siamo chiamati a questo alla fine della nostra vita. O durante questa vita cammino verso la comunione con Dio. E i padrini sono proprio chiamati a questo, a educare il bambino e adaccompagnarlo in questa comunione con Dio.
Vedete che ci parla dell’origine e del futuro. L’origine parla della nostra umanità, questo bisogno di unione e di comunione che abbiamo. E nello stesso tempo parla del futuro, perché la comunione sublime è quella con Dio ed è la nostra chiamata: è lì che io vado, io so qual è il cammino, questo è il cammino del cristiano.
Allora quando il filosofo francese J.P. Sartre dice: “L’enfer c’est les autres”, l’inferno sono gli altri, il cristiano risponde: no, il paradiso è l’altro; la comunione con l’altro mi porta a conoscere Dio. Ed è quello che dobbiamo creare, ed è quello che il Signore ci ha insegnato: questa comunione. Più ci sarà comunione nelle nostre comunità, più ci sarà comunione tra di noi, più ci sarà Dio. Dov’è la carità, là c’è Dio. Dove c’è Dio, là c’è l’amore. Amen