Qui nelle nostre case zampilla una sorgente senza fine
Non vi nascondo che in questi giorni mi è venuta un po’ la domanda di Mosè nella prima lettura: “Che cosa farò io per questo popolo?”. E la risposta è nella Scrittura. Oggi questo meraviglioso Vangelo della Samaritana ci fa riflettere sulla nostra vita è su quello che stiamo vivendo.
Gesù va verso il pozzo, dove c’è questa donna, la Samaritana. Una donna che viene in un orario strano, l’orario più caldo. Normalmente, non essendoci l’acqua nelle case, le donne venivano al pozzo al mattino presto per non avere il caldo del giorno; ma lei viene a quell’ora: sicuramente perché non voleva incontrare nessuno forse perché non voleva essere giudicata. E al pozzo incontra Gesù, che le chiede l’acqua. Lei si chiede il perché; e Gesù le propone un’acqua viva.
Quella donna non ha un nome, quella donna è ciascuno di noi. E Gesù, come ha sempre fatto, non si impone, si propone, non prende, ma dona. E lo sta facendo a te come lo sta facendo a me, a ciascuno di noi.
Che cosa ci propone Gesù? Ci propone un di piu:
un di più di vita, un di più di amore, un di più di senso rispetto a quello che ti può essere dato nella società, nel mondo. Gesù ti chiede di fare un cammino con lui, ti vuol dare qualcosa che non ti puoi prendere da solo.
Ciascuno di noi vuol essere amato. E ciascuno di noi vuole amare. Gesù questo amore ce lo dà totalmente. La donna era venuta a prendere un po’ d’acqua, acqua di pozzo. Lui le propone l’acqua che zampilla, l’acqua della sorgente: un’acqua che non finisce mai. Le propone una nuova vita, e questo lo fa a ciascuno di noi.
Vorrei leggervi un passo che ha cambiato in parte la mia vita. Erano le GMG, alla veglia di Tor Vergata, in cui Giovanni Paolo II diceva ai giovani che in fondo, quello che cercavano era Gesù: “In realtà è Gesù che cercate quando sognate la felicità. È lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate. È lui la bellezza che tanto vi attrae, è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso. È lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita. È lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che vi vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
È lui, cari amici, che noi cerchiamo. E qualcuno mi potrebbe dire: ma come possiamo incontrare Gesù? Non possiamo neppure più venire a messa, dobbiamo rimanere nelle nostre case. Come facciamo a trovarlo? Anche lì, da oggi, lui ci dà una risposta. Quando la Samaritana gli dice che voi ebrei adorate al tempio, noi samaritani al monte, Gesù le risponde: “ Viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno in spirito e verità“. Questa è il momento di riscoprire che Dio è nella vostra vita, è nelle vostre case, nella vostra famiglia! È lì oggi che siamo invitati a ritrovare Dio, nella sua Parola, nella sua presenza: là dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò con loro. Riscopriamo la preghiera in famiglia, se desideriamo realmente seguirlo.
In questi giorni ci sono state anche tante polemiche: aprire, chiudere le chiese, cosa dobbiamo fare?, perché vi rinchiudete, perché non ci date la messa, la comunione!… Il Signore ci chiede di ritrovare DIO in questo deserto. Questo è il tempo favorevole. L’avevamo detto il mercoledì delle Ceneri. La Quaresima, il deserto è il tempo favorevole. Consideriamo questo tempo un tempo di grazia per ritrovare Cristo.
Vediamo questo momento anche come una occasione di grande carità, dove ciascuno di noi può fare un gesto in più, per aiutare i più deboli, gli anziani, nelle nostre scale, nelle nostre case. Riscopriamo la vita insieme di fraternità, di gioia, di famiglia; come stiamo facendo noi preti, che preghiamo e mangiamo insieme! Prima non accadeva spesso. E come vedete Gesù invita ciascuno di noi.
La Samaritana era una peccatrice. Quando Gesù le dice: “Vai a chiamare tuo marito”, lei risponde: “Non ho marito”. E Gesù le dice: ”Hai detto il vero, perché hai avuto cinque mariti e quello con cui sei adesso non è tuo marito”. La Samaritana si scopre, apre il suo cuore a Gesù. Gesù non la condanna, non la giudica. Gesù l’accoglie, le parla, le chiede di fare verità. E quella donna, che all’inizio si nascondeva e andava al pozzo in un orario in cui gli altri non c’erano, va in città a proclamare: “Venite, ho trovato il Messia!, ha detto tutto quello che sono!”. Non aveva più paura del suo peccato.
Anche noi mettiamoci in cammino! Apriamo il nostro cuore, togliamo le maschere davanti a Gesù. Solo così potremo accogliere il suo messaggio.
Papà Francesco nel suo Evangeli gaudium numero 71 dice:
“Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze. La presenza di Dio accompagna la ricerca sincera che persone e gruppi compiono per trovare appoggio e senso alla loro vita. Egli vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia. Questa presenza non dev’essere fabbricata, ma scoperta, svelata. Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero sebbene lo facciano a tentoni, in modo impreciso e diffuso”.
Guardiamo allora quello che stiamo vivendo. La Scrittura oggi ci dice: “Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura”. Anche noi alziamo lo sguardo, uno sguardo di fede, di fiducia, di speranza! Oggi più che mai abbiamo bisogno di guardare in alto. E così capiremo. Capiremo che non finisce qui. Capiremo che questo è anche un tempo di grazia malgrado le sofferenze. Capiremo che Gesù non ci abbandona. Capiremo che la comunità è ancora qui, in preghiera, ciascuno nelle sue case. Capiremo che Cristo non ci ha mai abbandonato. E non ci abbandonerà mai perché ce l’ha promesso. Amen