Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo
“In quel tempo gli undici discepoli andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro indicato”. Undici. Manca uno: Giuda. Siamo dopo la Risurrezione di Gesù, dopo la sua morte.
Siamo dunque nel tempo di Pasqua, un tempo che dura cinquanta giorni, fino alla Pentecoste. Oggi festeggiamo l’Astensione di Gesù.
Gesù è morto, Gesù è risorto la notte di Pasqua e comincia ad apparire ai suoi discepoli. E soprattutto dice loro di andare in Galilea, lo dice alle donne: “Dite loro di andare in Galilea. Lì mi vedranno”.
Perché in Galilea? La Galilea è il luogo dove abitavano, è il luogo dell’inizio. È là che abbiamo visto Gesù passeggiare, chiamare: là chiama i pescatori. Gesù viene a chiamarti nella tua vita, non c’è bisogno di andare a cercare chissà dove: dove sei, dove ti trovi Gesù viene a chiamarti!
Nella prima lettura c’è il racconto dell’Ascensione. Quando ero piccolo vivevo in Giordania è alcune volte andavamo con i miei genitori in Terrasanta e lì, secondo la tradizione, c’è il posto dove si è elevato Gesù. È un piccolo posto così, quadrato. Allora io, bambino, ci andavo dentro e pensavo che da lì sarei asceso anch’io… Non parte!
Il racconto della prima lettura ci dice che questi uomini stavano guardando in aria. E gli angeli cosa gli dicono? “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, vedrà allo stesso modo in cui l’avete visto salire in cielo”. Perché state a guardare il cielo? La vita cristiana infatti non è solo uno stare così, sarebbe sbagliato pensare che il cristiano sia solo un essere distaccato da tutto! Perché che cosa dice Gesù nel Vangelo, ai discepoli? Dice: Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo ”.
Il cristiano è quello che sa che non è solo, che Cristo cammina con lui; e porta l’annuncio di Cristo. Il cristiano non è cristiano se non è evangelizzatore. Il cristiano non è cristiano se non proclama quello che Cristo ci ha insegnato. E qual è il comandamento che Cristo ci ha dato? Amare Dio e amare il suo prossimo! Questo è il grande comandamento di Gesù: che sappiamo quanto è difficile. Sappiamo quello che significa per noi questo! Però siamo chiamati a questo.
La vita di fede non è un fatto privato, non è vero. Ce l’hanno insegnato là fuori, ma non è vero! Cristo stesso ce lo dice: Andate a battezzare, andate a proclamare, andate a evangelizzare. Il cristiano, se è pieno dell’amore di Dio, ha bisogno di trasmetterlo! E quindi? E quindi non è normale che le nostre comunità spesso siano addormentate.
Io spero che questo periodo così duro in cui siete stati allontanati dalla comunione, allontanati dalla vita comunitaria di preghiera, ne abbiate sentito la mancanza! Perché tante volte noi ci rendiamo conto che qualcosa è importante per noi, quando la perdiamo. Spesso è così, purtroppo. Perché se no è abitudine. Allora io spero che questi due mesi non siano da buttare. In tutto quello che succede nella nostra vita possiamo trovare un insegnamento! E spero che questi più di sessanta giorni abbiano fatto nascere in noi questa fame di eucaristia, questa fame di comunità, perché questa è la vita cristiana. Sì, il cristiano deve camminare da solo, deve fare una conversione che nessun altro può fare al posto suo: ciascuno di noi è chiamato a fare la sua conversione. Ma il cammino cristiano è un cammino di comunità. È un cammino in cui io guardo l’altro. È un cammino in cui io voglio testimoniare la mia fede all’altro: non sempre con le parole, soprattutto con l’esempio, con il modo di vivere. Ed è questo che manca nel nostro mondo. Perché tra cristiani e atei, là fuori, non si vede la differenza! Non si vede più la differenza nella nostra società. Abbiano perso le cose fondamentali della vita. E dobbiamo assolutamente ritrovarle. Questo dipende dal nostro legale con Dio. Perché è vero che non dobbiamo avere sempre gli occhi in alto, ma se li abbiamo solo bassi, non va bene neanche così. L’abbiamo sempre detto: il cristiano è rappresentato da due cose: il suo legame con Dio è il suo legame con gli altri. Molto importante davvero adesso, in questo periodo.
Allora è bello poter iniziare l’Ascensione con questo momento. L’Ascensione è anche il fatto che un corpo umano è stato portato in cielo da Dio: e quindi riscopriamo tutta la nostra dignità anche fisica attraverso questa festa. Siamo templi dello Spirito Santo.
Siamo tempio dello Spirito santo: abbiamo una dignità immensa che dobbiamo proclamare è vivere. Allora poter riiniziare la nostra vita comunitaria con questi invito forte di Dio che ci dice: “Andate!”, non è una cosa meravigliosa?
Che il Signore ci dia la forza di poter vivere con lui, per lui, in lui, per portarlo agli altri. Amen