La Parola
Siamo all’inizio della vita pastorale di Gesù, come abbiamo visto nelle domeniche precedenti. Nel Vangelo di oggi ci viene detto che: “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio”.
Qualcuno potrebbe dire: ha aspettato trent’anni per iniziare a proclamare la parola, poteva aspettare qualche mese in più, perché il periodo era un po’ problematico: Giovanni veniva arrestato, sappiamo che poi gli taglieranno anche la testa, quindi forse non era il momento giusto. Ma c’è un momento giusto per proclamare la Parla? Quando sento alcuni che dicono che adesso che c’è il Covid, non si può, non si deve… Ogni momento è il momento giusto per sentire la Parola di Dio. La Parola dà senso alla nostra vita e quindi ne abbiamo bisogno nei momenti belli e nei momenti brutti, nei momenti difficili e nei momenti di gioia, perché la Parola ha e qualcosa da dire a ciascuno di noi.
Cosa va a proclamare Gesù e dove? Va in Galilea. È la “Galilea delle genti”: cioè non è come andare al tempio, non è come andare nei luoghi propri degli Ebrei. Va in Galilea, luogo di commercio, dove si mescolava ogni tipo di gente, dove soprattutto non c’erano i puri israeliti. È lì che Gesù va a proclamare: che cosa? Il Vangelo di Dio. Sapete cosa significa, dal greco, vangelo? La buona notizia! Va a proclamare la buona notizia per ciascuno di noi in quel luogo. Quindi Gesù va a proclamare la parola di Dio in qualsiasi luogo, la parola entra in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento!
La Parola ci dice cosa significa essere uomini, chi è l’uomo! E Gesù diceva: “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo “. Non è che Gesù sta dicendo: il tempo è compiuto, quindi la fine del mondo sta per arrivare e finisce tutto, moriremo tutti. Non è così.
Abbiamo festeggiato da poco il Natale, il Dio che si fa prossimo, che si fa vicino. Ma voi sapete che cos’è il regno di Dio? Perché noi abbiamo questa abitudine di pensare che qui c’è la vita, la storia, la gravità e poi c’è il dopo: dopo la morte, quando saremo beati, quando saremo in paradiso e così via. Ma guardate che il regno dei cieli è qui, è adesso! È la comunione con Dio che fa il regno di Dio. Quando Gesù ci dice: “Il regno di Dio è vicino, convertitevi al Vangelo”, cioè alla buona notizia, che intende? Che cos’è la buona notizia se non che Dio si fa presente nella nostra vita? Quale altra buona notizia ci può essere? Dio che si fa presente nella nostra vita! Il regno di Dio esiste tutte le volte che entro in comunione co Dio, che la mia vita è in comunione con la sua. Ecco perché alcuni sono beati già qui sulla terra. Non è un futuro. Le beatitudini sono un presente. I santi ce lo ricordano. È possibile vivere da beati qui sulla terra! Che non significa non conoscere la sofferenza e il dolore, no. Ma significa sapere dove stiamo andando. Significa vivere ogni momento della nostra vita, bello o brutto che sia, insieme a lui. Perché lui, lo sappiamo, ha conosciuto il dolore più grande e le gioie più belle.
È Dio che si fa prossimo! Questa è la buona notizia, questo è il regno di Dio che si fa vicino a noi. Il Signore, in questa domenica particolare, che è “la domenica della Parola di Dio”, come ha voluto papa Francesco, ci ricorda che il dono più grande che abbiamo è la Rivelazione; è questo Vangelo che è stato consegnato a ciascuno di noi. Ma sappiamo quante volte non ci facciamo toccare da questa Parola, quante volte questa Parola ci scivola addosso; non lasciamo che penetri in noi; quante volte non veniamo convertiti perché non vogliamo ascoltare questa Parola che è lampada ai nostri passi, che dà senso alla nostra vita! Preferiamo la nostra piccola vita.
Guardate quello che succede nel Vangelo di oggi. Gesù va, trova Simone e Andrea mentre gettano le reti e con le reti in mare. “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. Loro pescavano. Pescavano pesce morto, nel senso che il pesce arriva ancora vivo, ma poi si dibatte un po’ e a un certo momento muore – avete visto come viene pescato il pesce nelle reti. E lui li fa diventare pescatori di uomini. È il contrario! Prima pescavano la morte, ora pescano la vita. Perché gli uomini che tiriamo fuori dall’acqua speriamo di tirarli fuori nella vita! Ed è questo che il Signore chiede a ciascuno di noi, dentro la famiglia, il lavoro, ci chiede di tirar fuori la vita, l’umanità per la vita! Non per la morte. Non per il nostro piccolo mondo!
Guardate che succede dopo. Gesù va da Giovanni e Giacomo, che invece stanno riparando le reti. E noi, di reti, ne abbiamo tante nella vita: il nostro piccolo mondo, il nostro piccolo egoismo, le nostre piccola cose; e allora ripariamo, cerchiamo di mettere a posto le piccole cose. Non sono che piccole riparazioni. Ma noi siamo chiamati a qualcosa di grande, noi siamo chiamati a vivere pienamente la vita! Siamo chiamati a qualcosa di immenso! Siamo chiamati a prendere il largo per la vita, una vita vissuta in pieno, in profondità! Non possiamo rimanere sempre così, al bordo, con la paura, con l’incertezza, con l’altro che allontano, con i muri che mi costruisco. No! La nostra chiamata è una chiamata molto più alta! È una chiamati alla libertà, alla verità, alla bontà.
“E subito li chiamò. Ed essi lascarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui”. “E subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Quando si è chiamati, quando si è toccati dalla Parola, non puoi dire: domani, quando ho finito gli esami, quando e finito il covid… No! Il dono è un dono subito, totale, adesso! Adesso mi i devo far prendere dal Signore! Quando il Signore chiama, io devo andare!
Attenti, non sto dicendo che adesso siete chiamati alla vocazione sacerdotale, parlo della vocazione di noi tutti cristiani, la vocazione ad amare, la vocazione alla libertà di cui parlavo prima: vivere pienamente la vita! Questa deve essere vissuta subito! Non domani, non “ora non mi sento”, “ora devo…”. Il Signore ti chiama adesso, non domani, adesso devi lasciare e seguire, non in un domani ipotetico! Oggi il Signore ti chiama!
Guardate la prima lettura, dove Giona viene mandato da Dio nella grande citta di Nìnive: gli abitanti di Nìnive si convertono, ascoltando la Parola di Dio. Lasciamoci convertire anche noi.
Che la Parola possa toccare il cuore di ciascuno di noi, per convertire la nostra esistenza alla sua presenza, a questo Dio che vuol essere vicino a ciascuno di noi. Amen