Ritrovare il sapore delle grande alleanza
Mercoledì siamo entrati in un tempo particolare, che è il tempo della Quaresima: un tempo che ci prepara alla Pasqua, la più grande festa dei cristiani, quella della Resurrezione di Gesù.
Come già vi dicevo, è un tempo che ci dà l’orientamento del nostro cammino. Noi non stiamo vivendo questi quaranta giorni per fustigarci e fare penitenza così per niente. L’obiettivo nostro è liberarci per qualcosa di più grande, la Risurrezione di Gesù.
La prima lettura vuole ricordarci qualcosa di importante: Dio ha fatto con noi un’alleanza. Alla fine del diluvio, Dio dice: “Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluviò, né il diluvio devasterà più la terra”. E da allora, come sapete, c’è l’arcobaleno, che rappresenta il segno dell’alleanza tra Dio e la terra.
Ma dopo, qual è stata la più grande alleanza tra l’uomo e Dio, se non Gesù Cristo? Dio che si fa uomo, che si fa carne, che viene ad abitare la nostra vita! Dio che viene in mezzo alle nostre gioie e alle nostre sofferenze! Non è stato questo il momento più grande? Dio vuol fare alleanza con l’uomo. E lo ripete in continuazione, la ricerca questa alleanza tra lui e l’uomo! Vuole creare questa amicizia.
E questo da sempre! Ricordate, nel giardino dell’Eden, quando Dio passeggia nel giardino alla ricerca dell’uomo. E l’uomo e la donna si sono nascosti! Infatti noi facciamo così, ci nascondiamo da Dio ! Ci allontaniamo da lui!
Allora, questi giorni sono giorni per ritrovare il cammino, per liberarci di nuovo da tutto quello che ci allontana da lui. Gesù, ci dice il Vangelo di oggi, sta nel deserto. Anche noi siamo chiamati a questo deserto. Il deserto è anche un luogo di solitudine. E anche noi siamo chiamati a vivere, in un certo senso, la solitudine: nel senso di stare un po’ da soli a riflettere sulla nostra vita.
Come vi dicevo mercoledì, quaranta giorni in un anno non sono così tanti alla fine e, se li viviamo bene, ci permettono di ritrovare il cammino.
E il deserto lo viviamo anche molto nella nostra società e nelle nostre famiglie, là dove non c’è dialogo, là dove non c’è incontro, dove c’è il rigetto dell’altro. Lì c’è deserto, tanto i nostri cuori sono come terra deserta senza più niente. Tante delle nostre relazioni sono simili a quel deserto. E lì l’amore di Dio deve entrare, lì la misericordia di Dio è necessaria. Lì abbiamo bisogno di perdere quell’egoismo che ci distrugge, che distrugge tante volte le nostre famiglie.
Il deserto è qualcosa di terribile, dove fa molto caldo e anche molto freddo. Così troppo spesso sono le nostre relazioni familiari, in cui non c’è vero dialogo, ma o freddezza, o invece caldo, nel senso dell’ira, della reattività violenta. Proprio come nei social, che sono diventati polarizzanti: lì non c’è mai un dialogo. La nostra società deve ritrovare questo tema dell’alleanza, un’alleanza che Dio ha voluto con l’uomo. Anche noi la dobbiamo ritrovare nel nostro modo di vivere: l’alleanza con la natura, l’alleanza con l’uomo, l’alleanza con tutto quello che ci circonda. Forse per questo che papa Francesco ha voluto scrivere come ultima enciclica Fratelli tutti: per ricordare a ciascuno di noi questa necessità. Non siamo soli, non siamo in un deserto. E anche se noi, volenti o no, ci troviamo in un deserto, siamo chiamati a una grande fraternità, alla figliolanza con Dio, necessaria per essere felici.
Vediamo che Gesù, quando esce dal deserto, comincia a predicare il Vangelo, che in greco significa buona notizia. E anche lì, noi invece siamo riempiti di notizie tristi; e da un anno ancora di più: abbiamo letto dei morti in questi giorni per il virus. Siamo abituati a sentire solo brutte notizie, perché sono queste a far rumore, le buone notizie no. Ma noi siamo chiamati a proclamare la buona notizia: che Cristo vuole vivere con noi, che il regno dei cieli è vicino, perché Cristo è con noi. Noi siamo chiamati a custodire questo regno già sulla terra, perché siamo battezzati in Cristo, nella sua morte e Risurrezione; perché il germe di vita eterna ce l’abbiamo già nel cuore; perché già qui la debbo vivere questa buona notizia e perché noi cristiani siamo chiamati a viverla con gli altri!
Allora questa Quaresima, cari fratelli e sorelle, è ritrovare il gusto di Dio! Proprio come quando parliamo di cucina e ci viene l’acquolina in bocca, così dovrebbe essere la buona notizia, la vita in Cristo! Così dovremmo educare i nostri figli, ad assaporare la vita in Cristo!
Prima si leggeva la vita dei santi, ora non si fa più. Perché si leggeva la vita dei santi? Perché i santi diventavano i nostri modelli, uomini e donne che quel sapore di Cristo l’avevano vissuto qui sula terra, ed erano persone come noi, nate come noi! Però erano riusciti a vivere l’alleanza con Dio. Ecco cosa dobbiamo ritrovare. Ecco a cosa serve la Quaresima: a ritrovare il legame con lui, con questo Dio che cerca e sempre cerca la mano dell’uomo. “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bacca di Dio”. Amen