Gv 9, 1-41 il cieco nato
Lasciamo entrare la luce di Cristo
Voi sapete che quando si nasce non si riesce a vedere bene. I bambini ci mettono qualche settimana a cominciare ad avere una vista come la nostra. E nel cammino di fede succede un po’ la stessa cosa. Noi abbiamo bisogno di tempo per vedere. Perché non ci sono solo gli occhi del viso, ci sono anche gli occhi del cuore, gli occhi della fede. Allora oggi noi vogliamo pregare per Giulia, in vista del suo Battesimo, perché possa vedere Gesù, vedere il suo volto. Ma sapete benissimo che questo momento di preghiera per lei, in cui la comunità prega per questa eletta di Dio, noi stiamo pregando anche per noi stessi, perché non sempre abbiamo questa vera visione, non sempre stiamo vedendo questo volto. Tante volte anche noi siamo ciechi, come questo cieco nato.
Il cieco fa un cammino. Quando gli chiedono in che modo gli sono stati aperti gli occhi, lui risponde: “L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango”. All’inizio per me Gesù è solo un uomo. Oggi non c’è più nessuno per negare che Gesù è esistito. Non è difficile per noi credere alla sua esistenza fisica nella storia del mondo. Ma ci è chiesto di fare un passo supplementare. Quando di nuovo gli chiedono: “Cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?”, egli risponde: “È un profeta”. Il passo supplementare sul nostro cammino è riconoscere che Gesù è un inviato di Dio, un profeta. Ma questo lo potrebbe dire anche un musulmano. Sapete che i musulmani considerano Gesù l’ultimo profeta prima d Maometto.
Allora, andando avanti in questo cammino, quando il cieco nato incontra di nuovo Gesù, Gesù gli chiede: “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”. E lui risponde: ”Chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli dice Gesù: ”Lo hai visto, è colui che parla con te”. Ed egli die: “Credo, Signore”.La fine di questo cammino, che è il cammino della fede, ti porta a dire: “Credo, Signore”, cioè: credo in te, Gesù, che sei Dio.
Quel cammino che fa questo cieco nato, è il cammino di ciascuno di noi. Noi non siamo chiamati a credere solo storicamente alla presenza di Gesù sulla terra, non siamo neanche chiamati a credere che Gesù sia un uomo di Dio, un profeta. Ma siamo chiamati a riconoscerlo come il nostro Signore.
Ma per fare questo, devo averlo visto. Devo avere fiducia in chi me lo fa conoscere. La fede, lo sapete, è fiducia. È la mia ragione che mi porta a cercare la sua esistenza, ma poi a un certo momento mi devo anche fidare: e questo è il salto della fede. Posso fidarmi se ho davanti a me, davanti agli occhi, testimoni credibili. La nostra non può essere soltanto una preghiera per Giulia, è anche un riflettere sulla nostra fede, sul nostro credere. Oggi la domanda è posta a ciascuno di noi: posso dire io: “Credo, Signore”? O per me è solo un profeta? O per me è solo un grand’uomo, un uomo eccellente? Chi è per me Gesù? Perché se io posso dire: Credo, Signore, significa che tutta la mia vita dev’essere presa da lui. Io devo essere abitato da Cristo, perché se no, non sono credibile. Mi metto un segno qui per dire: sono cristiano, ma cosa significa essere cristiano se non vivere di Cristo? Qual è il fondamento della mia vita? Se io mi dico cristiano, il fondamento dell’essere Cristo, dev’essere la sua parola, che deve giudicare il mio cammino, indicarmi ogni scelta che faccio nella mia vita. Lui ha detto: “Sono via, verità e vita”. La via che devo condurre nella mia vita è la verità che io cerco, è la risposta alle domande fondamentali, le domande più profonde del mio essere. È la mia vita. E se io ancora non posso dire questo, allora non posso dire: “Credo, Signore”, perché non sarebbe vero. Ma posso camminare, posso cercare! Può avvenire a me quel che è avvenuto per questo cieco, posso trovare la vista! Basta che apra il mio cuore.
“Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori”. Non siamo qui per giudicarci l’un l’altro. Siamo qui per ritrovare la vista.
E ciascuno ha un cammino diverso. Giulia si presenta oggi, per qualcuno è successo molto prima; per qualcuno è successo molto dopo. Per qualcuno ancora non è successo di poter vedere. Ma dobbiamo sentire questa voglia dentro di noi di voler vedere Gesù, di voler vedere il suo volto. Di volerlo vivere in tutti i momenti della nostra vita.
“Io sono la luce de mondo”, dice il Signore. “Chi segue me avrà la luce della vita”. Entriamo in questa luce. Questo è il nostro cammino. Entriamo nella luce che toglie tutte le ombre, tutte le cose nascoste che abbiamo nella nostra vita. Entriamo nella luce di Cristo. Abbiamo misericordia, dobbiamo avere misericordia di noi stessi. Lui ci ama. Lui ci ama prima di tutto. Ci ama molto di più di quanto amiamo noi stessi. Lasciamolo entrare nella nostra vita. Lasciamo entrare nella nostra vita la luce di Cristo. Amen