Testimoni di lui vivo
Questo Vangelo segue il brano dei discepoli di Emmaus. Cosa era successo a Emmaus? Due discepoli camminavano, tristi, perché Gesù era morto. Sulla strada li raggiunge uno che si mette accanto a loro a camminare. Camminano, parlano. E lui parla così bene delle Scritture, di come i profeti avevano predetto i fatti di cui i due discutevano, che lo invitano a cena. E a cena, nello spezzare il pane, lo riconoscono: è Gesù . La scena che vediamo oggi avviene subito dopo: i due discepoli tornano gioiosi per raccontare quello che avevano visto, di aver incontrato Gesù risorto. E quando sono lì a raccontare agli altri quello che era successo, appare di nuovo Gesù.
La prima cosa che Gesù dice – e lo dice ogni volta che si presenta dopo la Risurrezione – è: “Pace a voi”. Già questo è importante per noi: il Signore, quando entra nella tua vita, ti porta la pace. Al di là delle tue paure, delle tue angosce, delle tue difficoltà, se tu fai entrare nel tuo cuore Gesù, trovi la pace. Se tu non hai pace, significa – e questo è un piccolo campanello d’allarme – che forse Cristo non è veramente entrato nella tua vita, perché, quando lui viene nella tua vita, porta pace. Infatti, se incontrate persone molto spirituali, notate che sono spesso persone di grande pace, tranquille e serene.
Allora il primo insegnamento di questo Vangelo è proprio questo, la prima domanda che ci pone la Scrittura di oggi è questa: ho accolto anch’io Cristo risorto nella mia vita? Mi ha portato questa pace di cui lui ci parla?
Quando Gesù entra, i discepoli sono sconvolti, fanno fatica a credere. E questo è in un certo senso è piuttosto positivo per noi, perché anche noi facciamo fatica a riconoscerlo. Pensare che i discepoli, che sono stati con lui per tre anni giorno e notte non riescono a riconoscerlo, non riescono a capire che è proprio lui, tanto da scambiarlo per un fantasma, beh, insomma, questo fa capire come anche per noi è possibile avere difficoltà a riconoscere Gesù presente nella nostra vita.
Ma Gesù dice: “Io non sono un fantasma! Guardate le mie mani. Guardate i miei piedi!”. Perché dice così Gesù? Lo dice perché mani e piedi erano stati trafitti dai chiodi, c’era ancora il segno della crocifissione. E dice: “Non sono un fantasma!”. Poi aggiunge: “Datemi qualcosa da magnare”. Un fantasma non mangia. E questo è un altro insegnamento molto importante per noi: Gesù non è un ideale!
Gesù non è un ideale e non è identificabile con dei valori! Io non mando mio figlio al catechismo perché riceva dei valori, perché abbia delle belle idee, perché così capisca che si deve fare il bene! Né io vengo in chiesa perché sono parte di un gruppo che ha questi ideali, gli ideali di un mondo migliore! Non è questo! Gesù non è un fantasma, Gesù è vivo! E io sono chiamato a incontrare una persona viva nella mia vita! La comunione che faccio non è con il corpo morto di Gesù, ma con il corpo risorto, vivo! La vita che ho ricevuto nel mio Battesimo è una vita nuova, da risorto! Ho ricevuto già la vita eterna! Non sto aspettando un futuro migliore e allora faccio bene le cose qua per avere qualcosa di buono dopo, non è questo! È un errore pensare così. Io già dal mio Battesimo ho iniziato la vita eterna, io qui sono chiamato a costruire il regno dei cieli. E la morte per me è una pasqua, un passaggio. Ma già da qui ho iniziato una vita che non finirà. Questo è l’annuncio della Pasqua. Un annuncio che va avanti, da duemila anni, così; e io l’ho ricevuto, e voi l’avete ricevuto e l’abbiamo festeggiato da poco.
Ma come lo stiano vivendo? Rischiamo di mettere Gesù su un piedistallo, come una sorta di ideale? Concretamente cosa significa Gesù nella vostra vita, nella mia vita?
Gesù ci ha fatto capire che, per vivere veramente, ci dobbiamo donare. Lui, il gesto più bello l’ha fatto lì , sulla croce. Noi crediamo in un Gesù morto e risorto. Quella morte lì era concreta. Attento a credere che i cristiani sono gente che guarda solo su, sulla loro nuvoletta, così, dove tutto è un po’ debole, evanescente. Il cristianesimo è qualcosa che tocca la tua carne. A Natale che cosa festeggiamo se non un Dio che si fa uomo? Gesù deve entrare nella nostra vita, deve abitare nella mia vita quotidiana: solo così potrò fare quello che viene detto da Gesù ai suoi discepoli, alla fine del Vangelo di oggi: “Di questo voi siete testimoni”. Non dice: “siete maestri”, non dice “siete predicatori”; dice “Siete testimoni”.
Essere testimoni significa che ioho visto e io ne divento testimone. Testimonio quello che io ho visto. Non si può essere testimoni senza aver visto o sentito. La nostra chiamata, la nostra vocazione è l’essere testimoni di Cristo risorto, morto e risorto per noi. Abbiamo ricevuto uno spirito di amore che noi dobbiamo giocarci. E sempre di più lo dobbiamo fare. Sappiamo bene quanto tendiamo a essere egoisti. Cristo deve abitare la nostra vita.
Dunque il Vangelo di oggi ci ricorda ancora una volta che Cristo è risorto, che vuole abitare la nostra vita e che noi siamo chiamati a esserne testimoni. Centinaia di persone verranno, tra ieri e oggi, in questa chiesa, diverse centinaia di persone, forse oggi siete duecento, adesso: se ciascuno di noi vivesse pienamente la sua chiamata, questo quartiere cambierebbe. Cambierebbe!
Dunque io vi chiedo di riflettere: o accolgo Cristo nella mia vita, Cristo risorto, o devo ancora convertirmi, devo ancora aprire questo cuore. Chiediamo al Signore veramente di aprire questo cuore alla sua presenza.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture, apri il nostro cuore mentre ci parli. Amen