La via della felicità: una storia d’amore.
Bene, continuiamo il cammino di questo “tempo ordinario”, e ci fermiamo oggi davanti a un Vangelo che tutti noi conosciamo, quello del “Discorso sulla montagna”. Tornano in mente certi momenti di chi è stato in Terrasanta nelle vacanze di Natale, quando abbiamo recitato questo testo proprio lì, guardando in giù verso il lago.
E c’è una parola che viene ripetuta più volte in questo Vangelo: “beati“. Una parola che risponde a una domanda essenziale, a quel bisogno che sta nel profondo di ciascuno di noi: il bisogno di essere felici. È una esigenza che vediamo anche quando, all’inizio del catechismo, chiediamo ai genitori cosa vogliono per i loro figli, e immancabilmente rispondono: la felicità! È questo che vogliamo, che desideriamo, che ricerchiamo tutti: essere felici!
L’importante allora è capire come poter essere felici. Tutti lo vogliamo, ma: come si fa a essere felici? E oggi il Signore ci dà, possiamo dire, un programma di vita. Anzitutto ci fa capire che la felicità sicuramente non è ciò che ci propone il mondo: la superiorità, il potere delle armi, della ricchezza, la volontà di schiacciare l’altro; la felicità cioè non è quello che il mondo sempre ci suggerisce. La felicità non viene da quella forza che mi permette di essere più degli altri. Gesù nella sua vita ce l’ha dimostrato. Dentro di noi lo sappiamo, sappiamo che la felicità è legata a una sola cosa, a una sola parola: è una parola tante volte pronunciata, ma poi così poco vissuta: è l’amore. Non si può essere felici se non si sa amare. Tutta la volontà di essere sopra gli altri non ci porta a nulla. Possiamo essere conosciuti, possiamo avere molti beni, ma sappiamo benissimo che non è quello che ci porterà la felicità. Invece, quando tengo in braccio mio figlio, mia figlia, quando sento questo amore che ci lega, questa è la vera beatitudine.
Gesù, quando ci dice: “Beati i poveri di spirito”, ci sta chiedendo non la povertà, ma lo spirito! Ci chiede di abbandonare quella superbia che abbiamo sempre dentro e di imparare a donarsi: è lì che troviamo la felicità. Quante volte ho preso l’esempio dei ragazzi che al centro estivo sono lì da mattina a sera a donare il loro tempo, la loro energia: per cosa? Per cosa, se non perché hanno sentito che è così bello donarsi, è così bello amare!
Ed ecco però che, non so per quale motivo, l’amore, che è così semplice, noi dobbiamo molto spesso complicarlo: e quella prima beatitudine, per esempio, tante volte non riusciamo a viverla! È proprio perché facciamo ancora come Adamo ed Eva, ci facciamo del male da soli. Allora oggi il Signore ce lo ripete. Noi non siamo cristiani per un programma morale, perché vogliamo rispettare le regole, eccetera: non è questo il punto. La prima cosa che ci raduna e che ci fa andare avanti è la beatitudine: la ricerca della felicità. E noi sappiamo che la via che Gesù ci ha mostrato è la via giusta. La strada della felicità.
Non sto dicendo che sia una via che non ci fa soffrire, no! Amare significa anche soffrire; perché, se vediamo che l’altro si fa del male, ci dispiace, soffriamo. Amare dunque non significa stare sempre bene, anzi ci porta anche a soffrire per amore dell’altro.
Amando però tu sai che è lì che tocchi la realtà, che tocchi quello che ti fa camminare, tu sai che è lì che trovi la risposta a quello che sei, a quello cui sei chiamato a essere; tu sai che è lì che trovi la tua unità.
Allora noi oggi, ritornando sui questo messaggio che ci dà Gesù, vogliamo di nuovo ripartire, sapendo bene dentro di noi che siamo chiamati a questo. Certo, non sarà facile, ci capiterà di cadere, di sbagliare, di essere proprio quelli che vogliono un po’ schiacciare l’altro, succederà, lo sappiamo; però abbiamo anche la via tracciata, e se sbagliamo, sappiamo dove andare per ritrovarla, per tornare a lui.
Confessarsi: voi sapete che la confessione non è una pattumiera dove butto le mie cose così poi son tranquillo: io vado lì perché certe volte sento che mi sto allontanando da questa via, da questo amore. E allora ci voglio tornare, ho voglia di dire che vorrei essere di nuovo abbracciato da te, dal tuo amore!
Tutta la nostra storia è una storia d’amore. La dobbiamo vedere così, è una storia d’amore! E allora viviamolo, cerchiamo di vivere questo amore! Perché è questo che ci porta la beatitudine. Chiediamo al Signore di darci la forza di amare. Chiediamogli di aprire il nostro cuore. Facciamo piccoli gesti, piccoli momenti con alcune persone. Questa settimana cerchiamo qualcuno con cui abbiamo più difficoltà: e mettiamoci un po’ più di amore. Questo ci porterà quella piccola felicità, e poi quella grande beatitudine di cui parla Gesù. Ci proviamo. Non si tratta che di piccoli passi, e anche questo quartiere, questa comunità potrà cambiare. Amen