L’amore è riversato nei nostri cuori, come acqua viva
Per riflettere su cosa ci sta dicendo questo lungo Vangelo di oggi, ci facciamo aiutare dalla rappresentazione dei nostri ragazzi. Abbiamo un pozzo: eccolo. E abbiamo una Samaritana che viene a prendere l’acqua. È mezzogiorno, quindi fa molto caldo, c’è il sole alto: è normale andare al pozzo a quest’ora? No. Le donne andavano a prendere l’acqua la mattina presto, proprio per evitare la calura. Ma la nostra Samaritana evidentemente non voleva incontrare nessuno al pozzo, non voleva farsi vedere in giro perché era sicuramente mal giudicata dagli altri, poi vedremo il perché. Al pozzo vediamo che sta seduto Gesù, vi ricordate perché? Era stanco. Ed ecco arriva lì la Samaritana a prendere l’acqua, un’acqua ferma. E Gesù parla alla donna di un’altra acqua, dell‘acqua viva. È un’acqua di sorgente, non come quella che sta lì nel pozzo, è un’acqua viva! Egli le sta dando il gusto di qualcosa di più di quell’acqua che può trovare là.
Cosa aveva di speciale la Samaritana? Quando Gesù le chiede: “Dov’è tuo marito?”, lei cosa risponde? “Io non ho marito”. E Gesù le dice: “Hai detto bene. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo merito”. Qual è il problema di questa donna, che ha avuto cinque uomini e il sesto con cui vive non è suo marito? Questa donna, esattamente come tutti noi, cerca l’amore! Ma evidentemente si è sbagliata nella sua ricerca, visto che ogni volta è stata abbandonata; all’epoca si potevano ripudiare le donne. La Samaritana è alla ricerca dell’amore. Ognuno di noi cerca l’amore. Noi non possiamo vivere senza amore. Ogni persona ha bisogno di essere amata, fin da piccola: un bambino, se è abbandonato, non può neanche mangiare da solo: per vivere ha bisogno dell’amore e della cura di qualcuno. Ognuno di noi ha bisogno di amare e di essere amato. La Samaritana è come ciascuno di noi, ha dentro il cuore una grande sete. Tutta questa storia dell’acqua è qualcosa che a poco a poco la donna capisce: quell’acqua viva non è semplicemente acqua. Infatti dice a Gesù: “Signore, hai un pozzo più profondo di questo? Non hai neanche un secchio!”. Ma quello che le propone Gesù non è uno strumento più grande, ma è un qualcosa si più.
Qui Gesù ci fa capire come noi dobbiamo evangelizzare, come noi dobbiamo parlare della nostra fede. Siamo invitati non a parlare di regole, a dire: tu devi venire, devi fare così e così. No. Noi cristiani siamo chiamati a far gustare all’altro la bellezza che noi abbiamo scoperto, la bellezza di quello che abbiamo visto e vissuto. È questo. Quello che Gesù ci sta facendo capire è che c’è qualcosa di più bello, di più grande. Questa fonte di acqua viva che scorre in continuazione, sapete che cos’è in Dio? Semplicemente è l’amore. Se avete ascoltato la seconda lettura, ricordate che ci viene detto proprio questo: è lo Spirito che mette questo amore dentro in noi. “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato“.
Dio vuole riempirci d’amore. Quest’acqua, bevendo la quale “non hai più sere”, è l’amore! Perché quando uno è riempito d’amore, non è che deve andare a cercarne un altro, l’ha trovato! Ed è questo che Gesù sta cercando di far capire a questa donna! E questa donna continua a dirgli: “Ma dove devo andare?”, quando chiede a Gesù se deve andare a Gerusalemme, o sul loro monte; e lui dice: “No, sei tu il tempio! Non c’è bisogno di un altro tempio!”.
Attraverso il Battesimo è stato rovesciato su di noi questo amore e noi questo amore siamo chiamati a viverlo e prima di tutto a scoprirlo! Ed è quello che Gesù sta cercando di comunicare a questa donna. Noi al Battesimo abbiamo ricevuto questo amore! E siamo invitati a giocarcelo, a viverlo in questa vita! E allora voler parlare di Gesù agli altri non sarà tanto con le parole, ma con il nostro modo di vivere: è lì che la gente comincerà a capire. Cosa fa la Samaritana? Va al paese, lei che, come ricordate, non voleva vedere nessuno, va a dire a tutti: “Dovete venire! Forse è il Cristo, il Messia! Ha detto tutto su di me: ha capito il mio bisogno, ha capito quello che ero! Venite a vedere!”. Loro vengono da Gesù, lo ascoltano, e, alla fine del Vangelo, cosa dicono? “Noi non crediamo più per la tua parola, ma per quello che lui ci ha detto!”. Ed è questo che noi, con la nostra vita, come comunità cristiana, siamo invitati a vivere, è proprio questo! La gente deve vedere che nella comunità c’è qualcosa di più forte! “Guardate come si amano!”, questo è l’invito che ciascuno di noi riceve, questo devono dire di noi gli altri. È così che si può cambiare il quartiere.
Vi avevo accennato che, come ogni anno, in Quaresima abbiamo un progetto solidale. Il progetto di quest’anno, dopo quello che è successo alla signora Anna Maria, è che abbiamo deciso di stare attenti, anche nel nostro piccolo, a chi ha bisogno, a chi è fragile. In questi giorni, tra poco, vedrete appeso sulle vostre scale un richiamo che chiede a ciascuno di voi di essere attento, se trovate o conoscete qualcuno che è fragile. Perché se uno perde la sua autonomia, può anche perdere la sua vita, come abbiamo visto! Sarà la vostra responsabilità saper andare a vedere, saper cercare e caricare sulle spalle questa pecora che ha bisogno. Se poi uno non ce la fa perché la situazione è troppo complicata, allora chiamerà la parrocchia che, attraverso la sua Caritas, il suo centro di ascolto, continuerà a seguire la situazione che avrete segnalato.
Questo fatto di dover amare, di dover imparare a vivere questo amore, lo dobbiamo concretizzare. Non può rimanere solo a parole. Dobbiamo, nel nostro piccolo, cercare di vivere questo. Se noi siamo qui oggi, è proprio per quest’acqua viva, questo amore che è stato riversato nei nostri cuori: noi l’abbiamo sentito e lo vogliamo vivere! Aiutiamoci a vicenda, perché non è facile; perché spesso siamo egoisti, perché spesso è facile a parole, ma poi, negli atti, facciamo fatica. Dobbiamo aiutarci tutti insieme a vivere questo! Perché un giorno altri potranno dire: non è perché tu lo duci, ma perché lo vedo! Vedo che in te il Signore agisce! Ed è questo che vogliamo. Oggi riscopriamo che siamo sete di questo spirito d’amore e che siamo chiamati anche noi a vivere questo, perché ciascuno di noi ha questa sete dentro di sé; ma non solo noi, anche fuori da questa chiesa hanno una sete grandissima; anche fuori da questa chiesa, come la Samaritana, hanno perso il cammino, si sono sbagliati. Ma Gesù è andato da lei; e siamo chiamati anche noi non a giudicare gli altri , ma ad accompagnarli verso l’acqua viva, verso Cristo che ha riversato nei nostri cuori il suo amore. Amen