Vieni fuori!
Cerchiamo di capire, insieme ai ragazzi, il Vangelo di oggi. L’azione si svolge a circa tre chilometri da Gerusalemme, in un villaggio quindi non molto lontano, che si chiama Betania.
A Betania abitano tre amici di Gesù, tre fratelli: Marta, Lazzaro e Maria. Lazzaro si ammala. Le sorelle mandano a dire a Gesù che l’amato amico Lazzaro sta male. Gesù rimane dov’è per due giorni e infine si avvia verso Betania, ma è tardi: Lazzaro è morto. Marta gli va incontro, lei che è sempre la più attiva delle due sorelle, e gli dice: “Se tu fosse stato qui mio fratello non sarebbe morto!”; e Gesù le risponde: “Ma Lazzaro risorgerà“. E lei duce: “Sì, risorgerà nell’ultimo giorno”. Ma Gesù afferma: “Io sono la Resurrezione e la vita”. Arriva anche Maria: ora sto solo facendo un riassunto rapido, poi approfondiremo tutto questo; e vanno insieme al sepolcro. La tomba è chiusa dalla pietra. Gesù si commuove e scoppia in pianto. Dice: “Togliete la pietra”. Marta dice: “Sono quattro giorni che sta lì dentro, ormai manda cattivo odore”. Ma Gesù replica: “Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?”. Aprono la pietra e Gesù dice a gran voce: “Lazzaro! Vieni fuori!”. Il morto esce con le bende e Gesù dice: “Liberatelo e lasciatelo andare”.
Cerchiamo adesso di capire cosa significa tutto questo per la nostra vita. Rivediamo l’episodio dall’inizio. Gesù ha detto: ”Questo succede per la gloria di Dio”. Cosa vorrà dire?
Gesù arriva lì e Marta subito gli dice: “Se tu fossi stato qui!”. È una cosa che succede anche a noi, tante volte, perché in molti casi abbiamo l’impressione che Gesù sia lontano: quando perdiamo una persona cara, o quando perdiamo la speranza, o quando perdiamo la fiducia; o, certe volte, quando perdiamo la fede: abbiamo l’impressione di un Gesù lontano, di un Gesù assente. Il sentimento di Marta risuona spesso anche nel nostro cuore. In alcuni momenti della nostra vita possiamo aver sentito lontano Gesù.
Vediamo invece come Gesù si avvicina a questa famiglia, e non solo si avvicina, ma si commuove, piange. E anche questo per noi è importante: Dio non solo si fa vicino in quel momento, ma piange con noi, sente il nostro dolore. Forse Dio si rende conto di cosa significa perdere una persona; Dio tocca con mano cosa significa la morte per noi uomini. E piange. Abbiamo sentito che, quando va verso la tomba, dice a Marta una cosa importante: “Io sono la Resurrezione e la vita”. Vuol dire che con lui noi abbiamo la vita; in lui noi abbiamo la vita. E questa nuova vita in lui l’abbiamo ricevuta dal Battesimo. E ce la dobbiamo giocare, perché molti di noi se ne dimenticano: vivono come se Gesù fosse sempre lontano, mentre lui è con noi.
Poi Gesù arriva alla tomba. La tomba o il sepolcro non è solo per i morti: anche noi abbiamo un sepolcro nel cuore: è il luogo delle mie sicurezze, delle piccole sicurezze; è il luogo delle mie oscurità, piccole o grandi che siano, è il luogo dove rinchiudo tutte le cose che non voglio si vedano e che voglio che nemmeno Dio possa vedere. Ma Gesù dice a Lazzaro e a ciascuno di noi: “vieni fuori! Vieni fuori!”. Vieni fuori dalle tue piccole sicurezze, vieni fuori dalla tua oscurità, vieni fuori da quel male che tante volte ti tieni dentro, vieni fuori dalla tua sfiducia, dalle tue paure, vieni fuori!
Gesù tira fuori Lazzaro da quel buco, da quel sepolcro. E questa domenica siamo chiamati tutti a tirarci fuori da quell’angolo dove pensiamo di essere protetti, ma alla fine rimaniamo lì come dei morti. E Gesù ci chiama sempre a uscir fuori dai nostri letti, a uscir fuori da quell’angolo dove cerchiamo sempre di metterci.
Vivere per Cristo, vivere con Cristo, vivere in Cristo significa sempre uscir fuori: perché amare significa uscir fuori da se stessi, perché quando mi dono, sono obbligato a uscir fuori. Allora è questo il cammino che Gesù ci sta preparando. In questo Vangelo, di cui abbiamo letto la versione breve, nella versione lunga i discepoli avevano detto a Gesù di non andare a Betania, in Giudea, perché già si sapeva che avrebbe rischiato la vita; e lui invece va e fa questo miracolo eclatante; subito dopo, lo vedremo domenica prossima con le Palme, entrerà in Gerusalemme e sarà condannato. Quindi quello di oggi è l’ultimo grande momento che vive prima della sua condanna. Ed è un gesto d’amore.
Ecco, lui esce; e chiede a ciascuno di noi di rischiare, di uscire, di non aver paura. È molto
più facile stare nel sepolcro, che uscirne fuori, ma è l’invito che viene fatto a ciascuno di noi.
Questa è la grande preparazione a quello che andremo a vivere la settimana prossima, perché già da domenica prossima inizierà la grande settimana santa, quella che ci porterà a vivere insieme quel grande momento d’amore che Dio regala al suo popolo. Questo lo vedremo nei giorni che vengono. Amen