18 giugno XI domenica del tempo ordinario
Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente doniamo noi stessi
Ecco, ci ritroviamo finalmente in una domenica ordinaria, perché, dopo il tempo di Pasqua, abbiamo avuto tante celebrazioni e feste.
Non è male tornare al tempo ordinario, perché ci ricorda che la fede nel Signore, la sua presenza è anche nell’ordinarietà della vita, e che il nostro radunarci qui non deve essere solo incontrarlo nella celebrazione festiva, ma deve essere anche la volontà di incontrarlo nella vita di tutti i giorni.
Oggi, come abbiamo sentito all’inizio nel rito dell’accoglienza, abbiamo anche un Battesimo: Noah Fabio sarà, come ciascuno di noi, consacrato sacerdote, re e profeta. Nella prima lettura, l’abbiamo sentito dire da Dio, attraverso Mosè: “Voi sarete per me un regno di sacerdoti, una nazione santa”. Che cos’è il sacerdote? È quello che deve creare, diciamo così, il legame tra il cielo e la terra. Con il Battesimo, tutti noi abbiamo un po’ di Paradiso nel cuore, abbiamo un po’ di cielo, abbiamo la presenza del Signore. Questo bambino, come tutti noi, sarà consacrato al Signore, verrà immerso nella vita di Cristo, nella vita del Risorto. Allora, attraverso di lui, oggi, tutti noi ci ricordiamo che siamo chiamati a essere sacerdoti, a essere questo legame tra il cielo e la terra.
Ma vorrei soffermarmi anche su una frase che concludeva il Vangelo di oggi, una frase che mi sembra importante anche per questo Battesimo e per il Battesimo che ognuno di noi ha ricevuto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Gratuitamente abbiamo ricevuto, è vero: abbiamo ricevuto gratuitamente il Battesimo, abbiamo ricevuto l’amore di Dio, gratuitamente abbiamo ricevuto la figliolanza: essere figli di Dio attraverso il Battesimo; e l’abbiamo ricevuto senza nessun merito. Nessuno di noi può dure che merita l’amore di Dio. Nessuno di noi è così perfetto da poter dire che il minimo che poteva avere è l’amore di Dio. Nessuno di noi può dire di meritare questo grande dono. Ma è stato scelto. E il Signore ci chiede, e chiederà ai genitori, al padrino e alla madrina, di accompagnare questo bambino con la consapevolezza che ha ricevuto un dono grande, un dono che dovrà poi restituire ai suoi fratelli. Ed è quello che oggo, in questo Battesimo, fa riflettere anche noi.
Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo. Quanto diamo di quello che abbiamo ricevuto? Quanto diamo delle grazie che abbiamo ricevuto, del bene che abbiamo ricevuto, dell’amore che abbiamo ricevuto: quanto di questo amore noi lo dispensiamo agli altri, quanto ce lo giochiamo, questo amore che riempie il nostro cuore? Quanto realmente lo mettiamo in gioco nella vita di tutti i giorni?
La risposta la dovrei dare io per voi. Noi sappiamo che pochissimo dell’amore che ab abbiamo ricevuto ce lo giochiamo realmente, nelle nostre famiglie, con i nostri vicini, nel nostro paese: quanto realmente mettiamo in gioco questo amore ricevuto?
Ecco, noi oggi, cerchiamo di prendere coscienza di questo. Noi gratuitamente abbiamo ricevuto tanto! Siamo sempre lì a lamentarci, ma il dono della vita è già una cosa grandiosa ! E questa vita, come la sto giocando seriamente? Vivere la vita in cielo, l’abbiamo detto tante volte, significa, prima di tutto, donarsi! Questo ci ha insegnato Gesù sulla croce. Amare significa donarsi! Vivere significa donarsi! Ed è così bello donarsi! Se voi genitori, voi giovani genitori, tornaste indietro con questo bambino, non lo rifareste? Malgrado tutte le fatiche, il donarsi è una cosa meraviglioso! Il donarsi è meraviglioso! E sappiamo che questa è la strada della felicità. Tutti noi siamo chiamati a questo ogni giorno; con sacrificio, perché non è facile donarsi, perché siamo egoisti, perché ci richiudiamo nel nostro piccolo guscio. Ma sappiamo che questa è la strada della felicità, questa è la strada dell’amore. E Noah Fabio, attraverso i suoi genitori, che sono i primi catechisti, dovrà crescere con questa consapevolezza: dovrà crescere sapendo che è amato, che è figlio di Dio e che quindi anche lui deve amare. Questo gioco lo deve fare anche lui, questo dono lo deve fare anche lui. Vivere la vita pienamente non è saltare da un ponte, come qualcuno vorrebbe, ma vivete in pieno la vita è donarsi, è dimenticare se stesso per donarsi agli altri.
Se questa sarà la strada che intraprende Noah, se questa è la strada che ciascuno di noi riusciremo a fare, state certi che lì troveremo la gioia piena, quella felicità che ognuno di noi cerca. Amen