Vivere in pienezza
“In quel tempo venne da Gesù un lebbroso. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò”.
Vorrei soffermarmi su questa prima frase.
Avete sentito nella prima lettura quello che viene detto dal libro del Levitico che i lebbrosi dovevano essere allontanati; era così non solo all’epoca si Gesù, ma anche nel Medioevo, nei nostri Paesi, perché la lebbra era contagiosa, si aveva paura. Quindi i lebbrosi dovevano stare lontani, fuori dal centro abitato e, se si avvicinavano, dovevano suonare una campanella, così la gente si rifugiata in casa. Qui invece vediamo che il lebbroso va verso Gesù e Gesù lo tocca, non ha paura. Tocca quel lebbroso che lo prega, dicendo: “Se vuoi, puoi purificarmi!”.
Questa affermazione del lebbroso è molto bella: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Se vuoi. Cosa vuoi, Dio, su di me. Cos’è la volontà di Dio per ciascuno di noi? Cos’è la volontà di Dio sulla nostra vita? E la risposta ce la dà Gesù: “Lo voglio, sii purificato”.
Vedete, noi portiamo dentro di noi tante macchie di lebbra. Non parliamo di una malattia della pelle: noi, dentro di noi, portiamo tante malattie diverse. Non dico malattie fisiche, ma malattie del cuore. Tanti dolori, tante sofferenze, tante ferite noi li portiamo dentro. E più andiamo avanti nella vita, più ne abbiamo. Ma se riusciamo ad avere la forza di dire: se vuoi, puoi guarirmi, se abbiamo la forza di aprile il cuore, se mettiamo da parte il nostro orgoglio, allora diciamo a Dio: se vuoi. E sappiamo che lui vuole! Lui vuole entrare nella nostra vita, lui vuole guarire il nondo cuore! Lui vuole prenderci con sé, se noi sappiamo aprirgli il nostro cuore a tutte quelle ferite, a quel dolore, a quelle sofferenze che ci portiamo dentro. Se noi tutte le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino le viviamo insieme con lui, non significa che non soffriremo più, ma che lui ci sosterrà sempre in quel cammino.
Alla fine del Vangelo viene detto che “venivano a lui da ogni parte”. Quando ho letto questo Vangelo ho pensato alla nostra comunità oggi, perché anche qui si viene da ogni parte. Infatti oggi è la festa della vita e della famiglia. Ed è un po’ la festa della comunità che è una grande famiglia, una famiglia di famiglie. E qui c’è tutto! Dalle donne in attesa, con il loro bambino nel grembo, una vita nascente, una vita che sta lì, e che fra poco sarà svelata. Ci sono gli anziani, i malati, perché oggi è la Madonna di Lourdes, non potevamo dimenticarli. Ci sono bambini che chiedono, attraverso i loro genitori, il Battesimo. Ci sono tante famiglie qui presenti, ci sono i nostri ragazzi del catechismo, ci sono gli adolescenti: insomma siamo tutti qui intorno all’altare, attorno alla sua parola, attorno al corpo di Cristo. E oggi tutti veniamo da lui chiedendo: se vuoi, puoi guarirmi. Se vuoi, dammi questa vita. È questo che desideriamo nel nostro cuore, nel più profondo del nostro cuore. Quante volte ho detto che quello che ciascuno di noi cerca, quella felicità, la troviamo in lui. Le risposte più grandi le troviamo in lui!
Oggi è veramente festa della comunità, attorno a questo Cristo, che ci accompagna. Oggi festeggiamo il Battesimo di questi due bambini, ma non solo! Oggi festeggiamo i fidanzati che si preparano al matrimonio; non solo, festeggiamo il carnevale che, come vedete, alcuni bambini mostrano con i loro costumi. Ma non solo! oggi festeggiamo la vita! Tutto questo è vita! È vita, lo sono anche i momenti difficili, se sono però vissuti da lui, con lui e per lui!
Vorrei concludere con le parole di San Paolo nella seconda lettura:
”Fratelli, sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio”.
Ed è questo che desideriamo fare, perché questa, noi lo crediamo, è l’unica via che ci porta alla felicità. Ed è questo il nostro desiderio più grande.
Allora, oggi è un giorno di festa, un giorno in cui, qui sull’altare, vogliamo ringraziare il Signore per il dono della vita che ci ha fatto! Al di là di tutto, per questo dono della vita! Perché la vita è bella con lui! La vita vale la pena viverla in pienezza. E noi dobbiamo educare a questo i nostri figli, e forse educare noi stessi: a capire che cosa significa vivere in pienezza! Che non è saltare da un ponte con l’elastico o fare il paracadutista. Vivere in pienezza la vita è amare! È questo che lui ci ha insegnato.
Quello che celebriamo oggi è questo: è l’amore che si dona, e che noi vogliamo donarci. Amen