Idoli grandi e piccoli
Continuiamo questo nostro cammino di Quaresima. E oggi abbiamo un episodio un po’ particolare: forse non siamo tanto abituati a vedere Gesù così. Non so se avete ascoltato bene il Vangelo: oggi Gesù è arrabbiato! È talmente arrabbiato che fa rovesciare i tavoli che sono lì, nel tempio, con i mercanti che stanno vendendo gli animali per il sacrificio, pecore, buoi, colombe e cambiano le valute del denaro! Anzi, Gesù fa persino una sorta di corda intrecciata per poter frustrare così mercanti e animali! La cosa sembra un po’ strana, perché noi abbiamo l’abitudine di immaginare Gesù dolce, mite, umile, uno che cerca di portare la pace. Quindi ci sembra strano vedere questo! E io, quando mi arrabbio, lo ricordo sempre ai miei collaboratori che pure Gesù si può arrabbiare!
Questo episodio ricorda ai discepoli la Scrittura, dove sta scritto: “Lo zelo per la tua casa mi divorerà”.
Lo zelo per la tua casa mi divorerà: qual è la casa di cui si parla? Non è tanto il tempio di Dio, a Gesù non interessa tanto questo. Anche noi cristiani abbiamo costruito delle chiese straordinarie, delle grandi cattedrali; ma sappiamo benissimo che, se tutto questo non ci fosse, noi ci potremmo comunque ritrovare per celebrare le l’Eucaristia. Il punto importante non sono le mura. E così è per Gesù: infatti, quando gli chiedono di dar loro un segno, per spiegare quel suo comportamento, lui risponde: “Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere”. Ci viene spiegato poi, dai discepoli stessi, che successivamente capirono che lui non parlava delle mura, ma parlava del tempio del suo corpo.
Allora questo vale anche per noi: la casa di cui parla Gesù è il nostro cuore! Questo zelo per proteggerla, per renderla pulita, dovrebbe essere il nostro. Ecco perché ci oggi, nella terza domenica di Quaresima, abbiamo questo Vangelo. Nel Vangelo di Giovanni questo episodio è messo proprio all’inizio della vita pastorale di Gesù, dopo il miracolo delle nozze di Cana, mentre gli altri evangelisti mettono verso la fine. Giovanni lo mette all’inizio perché è importante per noi capire qual è il nostro cammino. Vedete, la saggezza della Chiesa ci mette questo Vangelo insieme ai dieci comandamenti. Sapete che noi sacerdoti riusciamo a capire come dobbiamo leggere il Vangelo, che si potrebbe essere letto in tanti modi, grazie alla prima lettura: è così che capiamo bene qual è il messaggio che dobbiamo dare. La prima lettura di oggi, l’avete sentito, sono i dieci comandamenti, che conosciamo tutti molto bene.
Il primo comandamento, all’inizio, ci dice una cosa molto chiara: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Non avrai altri dei! Non avrai idoli! Ecco, qua è la stessa cos: Gesù butta via tutto, perché al centro del tempio ci deve essere Dio, non ci possono essere i mercanti, non ci può essere l’idolo del denaro! Ed è così per la nostra vita! La domanda nostra in questa Quaresima, è: chi è al al centro della mia vita? Sono io o è Dio?
Noi, anche noi, abbiamo una relazione certe volte mercantile con Dio. Cerco di spiegarmi. Certe volte noi diciamo a Dio: io faccio questo sacrificio se tu però mi fai questa cosa qua. Io oggi ti prego, perché tu faccia così. Abbiamo un modo di relazionarci con Dio un po’ del tipo do ut des: io ti do questo e tu mi da questo. Alcune volte vi ho dato l’esempio della macchinetta del caffè: io metto la mia preghiera come se fosse un gettone, una monetina, e mi aspetto di avere la cosa che ho scelto, il caffè o il latte o il tè. Ma noi non abbiamo imparato una preghiera che si chiama il Padre nostro, in cui diciamo: Sia fatta la tua volontà (e non la nostra)? Invece nella nostra relazione con Dio, noi vogliamo che Dio faccia la nostra volontà! Capite, allora, quanto può essere mercantile questa nostra relazione? Non è una relazione da figli, non è una relazione di persone che cercano di capire la volontà del Signore, ma è una relazione in cui io faccio una cosa perché tu ne faccia un’altra! Come tante volte succede anche nelle nostre relazioni umane, in cui io faccio una cosa è mi aspetto che l’altro la faccia, in risposta a quello che ho fatto io; quindi anche tra di noi ci sono delle relazioni mercantili. La nostra relazione con Dio e cosi!
La seconda lettura, molto breve, di san Paolo ci dice una cosa molto forte: “Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei è stoltezza per i pagani”. I Giudei aspettavano di capire che era il Messia e quindi aspettavano dei segni; i Greci con la filosofia cercavano di capire qual è la verità. Noi cristiani invece annunciamo Cristo crocifisso, un Dio che si è donato per amore; perché lui è la relazione centrale della nostra vita! Ed è questo tutto il nostro cammino: lo è il cammino di Quaresima, ma, alla fine, è il cammino di tutta la vita cristiana. La strada è una sola: riscoprire l’amore di Dio per noi: è questo, non è altro. Un Dio che si fa crocifiggere, che si dona, che si umilia per noi. Ed è questo che noi dobbiamo ritrovare. La nostra relazione non deve essere mercantile perché è una relazione d’amore. Perché noi crediamo in un Dio vivo! Perché noi non crediamo in idee, in una ideologia, ma in una persona viva, presente! E la nostra presenza a messa è anche questo, perché lui è vivo nella parola e nell’Eucaristia. Ed è questo che noi dobbiamo ritrovare!
“L’amore non si vendica, l’amore non si impone, l’amore non finge!”. E quindi non ci dobbiamo chiedere se realmente abbiamo scoperto questo amore! Dio è di tutti, Dio non si compra, Dio non si merita, ma si accoglie! E, se entra in casa, nella casa mia, nel mio cuore, allora ci dovremo fare una domanda, che vi lascio per questa settimana: cosa rovescereste, tra idoli piccoli e grandi che ho nel cuore, che ho nella vita? Questa è la domanda che ci lascia questo Vangelo. Nella mia vita, nel mio cuore, se Gesù entrasse, cosa avrebbe bisogno di rovesciare tra piccoli e grandi idoli? Amen