Il Signore passa dove non lo aspetto
Abbiamo detto nel salmo che i nostri occhi sono rivolti al Signore. Ma è veramente così? I nostri occhi sono realmente rivolti verso il Signore?
O piuttosto la domanda è: dove sta il Signore? Sant’Agostino diceva che aveva paura di quando il Signore passa, perché non è sicuro di riconoscerlo. Questo può accadere a ciascuno di noi.
Gesù viene a Nazareth; la sua patria. Gesù torna finalmente dopo aver fatto tutto un giro, dopo aver camminato tanto e aver fatto tanti miracoli. Ormai da tutte le parti credevano in lui, molti lo seguivano. Arrivato a Nazareth, va di sabato nella sinagoga; la gente lo guarda e dice: ma questo lo conosciamo, è il falegname! I suoi fratelli e le sue sorelle non sono con noi qua?
È conosciuto! È conosciuto, ma non riconosciuto! E questo vale anche per noi, anche nel nostro modo di vivere. Facciamo così con i nostri fratelli. Noi pensiamo di conoscere tante persone, ma tante volte sono solo pregiudizi,. Anzi cerchiamo, nella vita degli altri, qualcosa che ci fa dire: ecco, io lo sapevo come era questo qui. Noi cadiamo nella dittatura del pregiudizio. Cerchiamo tutte le cose per poter dire: è vero come avevo detto io. E rischiamo di fare la stessa cosa con la nostra fede: ci facciamo un’idea di Dio, un pregiudizio. E sapete qual è il problema in questo caso? Che rischiamo di non essere più stupiti da Dio, di non riconoscere la sorpresa di Dio!
Ma Dio è venuto sulla terra, si è incarnato! E venuto in mezzo a noi, nella nostra vita quotidiana, si è messo a camminare con noi. È l’Incarnazione. E noi rischiamo, se abbiamo un’idea diversa di Dio, di non riconoscerlo!
Certe volte preferiamo credere in un Dio inaccessibile, un Dio lontano. Un Dio che non mi disturba. Un Dio che può essere anche la causa del male, perché è un Dio onnipotente e, se mi succede qualcosa, è colpa sua! È più facile un Dio così, perché è un Dio che non mi stupisce, che non mi disturba.
Ma noi sappiamo che il Dio di Gesù Cristo non e così. Il Dio di Gesù Cristo si è fatto piccolo, umile; è va dove tu non lo spetti. Quando gli Ebrei aspettavano un re, lui è nato in una grotta. Quando si pensava a un liberatore, lui si è fatto inchiodare sulla croce. E lui stesso ci ha ricordato una cosa molto importante : che lui sarà nei piccoli, che lui sta nei poveri; e per noi proprio questi sono gli invisibili! Proprio questi che non hanno voce nella società, non hanno voce neanche nella nostra vita! Tante volte non li vediamo! E Dio era lì e non l’abbiamo visto! E questo può succedere tante volte.
Allora, cosa vogliamo chiedere oggi al Signore? Di aprire il nostro cuore.
Nella seconda lettura san Paolo dice che lotta contro la superbia. Il Signore gli ha mandato questa spina di cui parla, una spina nella carne che gli permette di non montare in superbia. Ecco, noi abbiamo bisogno di questo, abbiamo bisogno che ci venga alcune volte ricordato: che meno siamo umili, meno riusciremo a vedere Dio;
che alla base del cammino cristiano ci deve essere l’humus, la terra, l’umiltà. Di dire: io sono là e ti voglio accogliere. E sappiamo quanto questo sia difficile.
E allora noi oggi, qui, su questo altare, chiediamo di avere un cuore grande, perché più il nostro cuore sarà grande, più noi saremo piccoli, meno saremo superbi; più accoglieremo Dio e più accoglieremo gli altri. Oggi mettiamo questa intenzione nella nostra preghiera, proprio per rispondere a questo Vangelo, proprio per poter incontrare questo Gesù che viene quando non lo aspetto, dove non lo aspetto. E chiediamo a Maria di accompagnarci, perché Maria è quella che ha accolto Gesù, Maria è quella che è stata presa dallo stupore; Maria, lei che è stata sorpresa dall’annuncio grande dell’Incarnazione. Anche noi vorremmo nella nostra vita che ci fosse l’Annunciazione. Anche noi vorremmo nella nostra vita questa chiamata in cui Dio ci dice: voglio venire da te! Voglio prendere carne in te. Ricordatevi san Paolo: “Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me”.
Questo desideriamo, questo è quello che noi chiediamo. Questo chiediamo al Signore che succeda nella nostra vita. Amen