Duc in altum, prendi il largo

La parola di questa mattina penso sia molto importante per la nostra comunità parrocchiale, in questo momento storico.
Una parola che è stata anche molto importante nella mia vita, una parola che abbiamo scritto anche nel nostro oratorio: quando entrate, c’è scritto «Prendi il largo»!
Credo che sia una parola fondamentale per il cammino della nostra comunità oggi. La prima cosa che vediamo in questo Vangelo è che Gesù insegna; chiede di scostare la barca per poter parlare un po’ più lontano. Se qualcuno è andato in Terrasanta, avrà visto che ci sono come delle piccole baie. Im questo modo lui si metteva un po’ più in là con la barca e poteva essere circondato dalla folla sulla riva e tutti lo ascoltavano. C’era tutta la folla che lo ascoltava.
Gesù insegna: lo fa da tanti anni, in mezzo a noi, in questa comunità, attraverso la proclamazione della Parola; ogni volta, ogni settimana, per qualcuno ogni giorno, questa parola ci viene annunciata. Alla messa, poi al Catechismo, nei nostri diversi percorsi spirituali, la Parola viene detta, viene annunciata a ciascuno di noi.
Però, vedete, a un certo momento lui chiede a Pietro di andare a pescare, come forse dice ad alcuni di noi di mettersi al servizio di questa comunità. Pietro è stanco, Pietro è deluso, perché ha pescato tutta la notte e non ha preso niente. Io credo che anche in questa comunità molti sono delusi, affaticati e non hanno tanta voglia di servire.
Gesù dice: “Prendi il largo”, lancia la rete!
Pietro, malgrado la sua stanchezza, dice: “Va bene, sulla tua parola lo faccio”. Si rende disponibile, malgrado tutto Pietro si rende disponibile.
E questo pone un primo tassello importante della nostra vita. Noi siamo disponibili alla parola del Signore? Siamo disponibili a servire, a metterci al servizio di una comunità, piccola o grande che si? Non solo di questa, ma anche in generale, a servire quest’umanità che ci chiede aiuto, a questo Signore che ci chiama continuamente ad amare, noi ci mettiamo al suo servizio? La mia vita è mettersi al servizio dell’altro o cercare solo un mio tornaconto, cercare di accumulare cose per me?
Qual è il senso della mia vita? Come sto vivendo?
Pietro si rende disponibile, malgrado tutta la sua stanchezza, si rende disponibile.
E sempre sono spinto da quella parola, “prendi il largo”: cioè vai più lontano, lontano dalle tue insicurezze, là dove tutto è più profondo, più bello, anche più misterioso, certamente, non è una cosa che conosci. Questo richiede coraggio.
Questa parola è stata importante per me, perché mi ha dato l’ultimo impulso per entrare in seminario. Era gennaio del 2001 e il Papa aveva scritto una lettera in conclusione del giubileo del 2000 che iniziava proprio con: “Duc in altum, prendi il largo”. E questo deve essere uno sprone nella vita di ciascuno di noi.
Il Signore ci chiede di andare oltre! asta dire: “Non sono pronto, non ce la faccio, non so come fare”.
Al Signore questo non interessa, interessa la tua disponibilità, la tua generosità!
Se hai fiducia in lui, le cose andranno bene, come abbiamo visto con le reti stracolme di Pietro.
È necessaria la fiducia nella Sua parola. La fiducia che lui non ci abbandonerà mai. Altrimenti si rimane sempre a fermi a riva, fermi su quella terra davanti a quel mare, con la paura di metterci un piede dentro.
I ragazzi che sono andati a Campo neve questo inverno se lo ricorderanno. Truman aveva paura di prendere il largo e noi facciamo la stessa cosa con la nostra vita.
Il Signore ci chiede cose grandi e noi rimaniamo mediocri, a vivere una vita mediocre. Perché? Perché troviamo sempre una scusa per non buttarci. E questa comunità, come tante altre comunità, soffre proprio di questo.
Su cento, su mille, su cinque mila, dieci mila – non ho mai capito quanti eravamo in questa comunità -, quanti realmente si rendono disponibili al Signore? Quanti? Il Signore chiede disponibilità, chiede coraggio; chjede di buttarsi sulla Sua parola, di prendere il largo!
E poi, vedete cosa fa Pietro? Quando capisce, quando tira fuori le reti, quando si trova a fare fatica a tirar fuori dall’acqua quella rete così piena di pesci, dice: “Allontanati da me, allontanati da me che sono un peccatore”.
Questa cosa è l’umiltà.
L’umiltà riconosce che non parte tutto da noi, ma dipendiamo da lui. E così capiamo che non dobbiamo essere i migliori, i primi, i perfetti, i preparati. Il Signore ha sempre valorizzato gli scartati, quelli messi da parte.
Chi era Mosè? Chi era Davide? Erano tutte persone o che non sapevano parlare o che erano messi da parte e sono diventati grandi profeti, re della storia della salvezza. Dio non guarda all’apparenza, come noi. Pensate a dove nasce Dio: Dio nasce in una grotta!
Non prende i migliori Dio. Prendi gli scartati, i piccoli. E ha preso, come colonna della Chiesa, dei semplici pescatori, che non erano i capi, i più importanti
nella società.
Non ha preso i migliori, non ha preso i preparati, non ha preso i sacerdoti del Tempio. Non sono loro o grazie a loro, che la salvezza è arrivata nel mondo.
Ha preso gli scartati. Quindi noi abbiamo solo bisogno di coraggio, di disponibilità, di fiducia e umiltà.
Questo è quello che il Signore chiede a noi, a ciascuno di noi in questa comunità.
Questo è quello che il Signore chiede ed è su questa parola: Duc in altum, prendi il largo, che noi ci dobbiamo confrontare.
Su questa parola! Non cerchiamo scuse, perché non ce ne sono, il Signore oggi invita ciascuno di voi a prendere il largo!
A prendere il largo perché, se no, questa comunità non si alzerà ma;, rimarrà quella che è! E non è possibile.
Abbiamo bisogno di ciascuno di voi. Proprio di voi, non di un altro più bravo. Non dell’altro perché è migliore, perché ha più tempo, perché è più preparato. No!, il Signore sta parlando a te, a te sta parlando e ti chiede come vuoi metterti a servizio della mia parola. Lo senti il mio appello?, dice il Signore.
Prendere il largo. Tutti quanti! È questo l’invito di oggi: A noi rispondere! Amen.