Mi ami tu, più di costoro?
In questi Vangeli dell’inizio dell’anno pastorale, sia la settimana scorsa, sia questa settimana, sono Vangeli impegnativi. Ci ricordano che la vita cristiana è una vita impegnativa, ci ricordano che, se vogliamo la felicità, ci dobbiamo impegnare per costruirla. Questo Vangelo ci ricorda che non è tutto così facile come la società di oggi ci fa pensare: in effetti la società di oggi ci dice una bella e grande menzogna facendoci credere che la felicità si costruisce in maniera molto facile. Il Vangelo e la vita cristiana sono impegnativi, il Signore è sempre stato impegnativo, ha sempre voluto il meglio per noi, egli ci tira verso l’alto. Mi ricordo nel duemila che quello che mi piaceva di Giovanni Paolo II era proprio questo, che ci tirava verso l’alto, ci faceva sognare qualcosa di grande; ed è di quello che ciascuno di noi ha bisogno. Non possiamo rimanere in una mediocrità e lasciare la nostra vita andare così. E purtroppo ci rendiamo conto tante volte che rimaniamo mediocri, che accettiamo di abbassare sempre di più l’asticella .
Nella prima lettura viene fatta questa domanda: “Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?” Il Signore ci ha parlato, fa conoscere il suo volere attraverso la sua Parola. È la Parola che guida i nostri passi. E la Parola di oggi, quella di questo Vangelo, è molto chiara, non ci sarà bisogno di molte parole.
Gesù vede una folla numerosa, dice il Vangelo, che lo sta seguendo. E questo lo fa riflettere. E si gira. “Si voltò e disse loro: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la propria vita, non può essere mio discepolo “.
Una lettura rapida potrebbe far pensare che: bene, allora devo abbandonare la famiglia e rinchiudermi in chiesa. Vedo qualcuno che sembra dire: beh, sarebbe più semplice che lasciassi la mia famiglia… Ma non è quello che dice il Signore. Vedete: c’è il “più” di importante in questo: “Se non mi ama più di quanto ami padre, madre, moglie, figli eccetera”. L’amore verso Dio non è un amore che sottrae qualcosa. Non è che più amo Dio, meno amo gli altri, è il contrario: più amo Dio e più so amare gli altri! Il Signore non ci toglie niente. Abbiamo sempre l’impressione che, se ci lasciamo andare, rischiamo inevitabilmente di perdere qualcosa e allora abbiamo paura. Non ci doniamo mai totalmente perché abbiamo paura di perdere qualcosa. Il problema dell’uomo è sempre questo: ha paura di perdere quel poco che ha, quindi se lo tiene stretto: questo succedeva già ad Adamo ed Eva, non vi preoccupate che non è un vostro problema.
Ora invece è il contrario: più dai e più puoi dare, più ami e più saprai amare. Allora capiamo cosa dice il Signore a chi lo vuole seguire: Gesù voltandosi dice a quella folla numerosa che lo vuole seguire: “Devi sapere amare di più “.
All’inizio della nostra messa abbiamo chiesto perdono se non mettiamo il Signore al centro della nostra vita. Mettere il Signore al centro della nostra vita significa metterlo al centro anche di tutte le decisioni che prendiamo. E, guardate, i cristiani sono tanti in Italia, la grande maggioranza sono cattolici, si dicono cattolici; abbiamo tanti anche giovani qui nelle nostre chiese, ma noi ci rendiamo conto che nella vita pratica, nella vita di tutti i giorni, il Signore non c’è, nelle scelte di vita che fanno, il Signore non c’è. Partecipano alle nostre attività, sono tutti qui, ma poi nelle scelte, il Signore non c’è. E questo vale tante volte anche nella nostra vita, per noi che siamo qui seduti, che veniamo a messa la domenica e forse anche tutto i giorni: abbiamo diviso la nostra vita “fuori” dalla vita “dentro la chiesa” . Guardate che questo ci deve far riflettere. O il Signore è il Signore della nostra vita o se no è una cosa in più che metto nella mia vita la domenica perché mi hanno detto che devo andare a messa la domenica e basta. Cioè: o questa Parola mi entra nel cuore, e dunque il Signore è il maestro della mia vita, o, se no, che senso ha realmente la mia fede?
Poi il Signore aggiunge questo: “Colui che non prende la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo“. E lì già immagino alcuni che dicono: “Ah, io la croce già ce l’ho, ho questo grande dolore, questa grande difficoltà, uh, sapeste il dolore mio, quello che mi sto trascinando…!”. Ma la croce non è il dolore! Non è che il Signore ci dà del dolore da portare nella nostra vita! La croce è simbolo dell’amore dell’altro, di una vita donata. Perdere la mia vita per gli altri. Questa è la croce. Ecco perché abbiamo il crocifisso qua, lo sapete bene.
E anche lì non è facile perdere la propria vita! Anche lì abbiamo paura! Abbiamo paura di perdere quel poco che siamo! E invece il Signore di te fa cose grandi. Non devi aver paura di lasciarti andare , di lasciare che sia lui a guidarti.
Infine ci dice: “Chi di voi, volendo costruire una torre …”, e continua tutta questa storia e conclude: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo “. E sappiamo che in un quartiere come il nostro, non è un problema di ricchezza – che, se foste ricchi, sareste a Roma Nord, non qui, non è questo il problema. Ma anche a quel poco che abbiamo ci possiamo attaccare, è la stessa cosa : una mancanza di fiducia. Mi tengo questo perché almeno so su che cosa posso basare i miei ultimi anni di vita.
Allora capite che il primo, il secondo e il terzo punto sono collegati tutti alla stessa cosa: il donarsi a Dio, il sentire che siamo amati. Non lo facciamo per obbligo, lo facciamo perché sappiano che siamo amati e che dobbiamo donare.
Riprendiamo dunque quest’anno con la volontà di donarci, di spingerci verso il suo abbraccio. Dobbiamo uscire da questa chiesa avendo voglia di essere abbracciati dal Signore, avendo voglia di donarci. Perché, se già all’inizio siamo stanchi e non vogliamo donarci, possiamo chiudere tutto, andare a casa e finire lì. Il cristiano deve avere dentro la passione per Cristo, deve sentire di essere amato con passione da Cristo e per questo avere voglia di donarsi. I cristiani addormentati sono cristiani mediocri e non servono a nulla, perché ognuno di noi è chiamato a portare questo grande amore.
Fa risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti. Amen