La tentazione di sostituirsi a Dio
Vedremo come quello che abbiamo visto il mercoledì delle Ceneri, le tre colonne del cammino quaresimale, ci aiuteranno per quanto avremo da dire oggi.
Oggi ci ritroviamo davanti alle tre tentazioni di Cristo; tentazioni che, lo vedremo, sono le tentazioni di ciascuno di noi. Intanto vediamo dove si trova Gesù: si trova nel deserto. Per quanti giorni Gesù è rimasto nel deserto? Quaranta. E, dopo quaranta giorni e quaranta notti, dice il Vangelo, Gesù ha sentito un po’ di fame: ci credo! E viene il diavolo per tentarlo. Dice a Gesù: “Se tu sei il Figlio di Dio, trasforma queste pietre in pane”. Prima tentazione.
Il diavolo portò Gesù sul pinnacolo del tempio per tentarlo la seconda volta. Cos’è il pinnacolo del tempio? Il muro del tempio aveva un angolo molto alto, e da lì il diavolo voleva che Gesù si buttasse: “Se sei Figlio dì la Dio”, gli dice: “gettati giù, perché, sta scritto che verranno i suoi angeli a sostenerti”.
Qual è la terza tentazione? Il diavolo gli mostra i regni di tutto il mondo e la loro gloria e gli dice: “Tutte queste cose io ti darò, se tu ti prostri davanti a me per adorarmi”.
Queste sono le tre tentazioni. Queste tentazioni in che senso ci riguardano? E noi come possiamo combatterle? Il nostro problema ce lo chiarisce la Genesi nella prima lettura, che parla di Adamo ed Eva e della storia del serpente. Siamo nel giardino dell’Eden. Che cosa c’è qui? Ci sono molti begli alberi, buoni da mangiare, ma Dio dice che è proibito mangiare e toccare i frutti di un certo albero, che sta in mezzo al giardino. E il serpente dice che no, “Se voi lo mangiate, diventate come Dio. Quell’albero è buono, è importante per voi!”. Allora la donna, guardando quel frutto, vede che diventa sempre più desiderabile, appetitoso, ne ha voglia; così si scorda di tutto il resto e, proprio l’unico albero che non doveva toccare, diventa quello che conta. Per quale motivo? Perché vuol mettersi al posto di Dio. Infatti il diavolo aveva detto: “Se voi ne mangiate, diventerete come Dio, per questo ve l’ha proibito”. La prima cosa che il diavolo dice a Gesù è sempre la stessa: “Se tu sei Figlio di Dio, se tu sei Figlio di Dio”, come per dire: se tu sei uguale a lui, puoi fare queste cose.
Vedete, la tentazione è sempre la stessa: il problema dell’uomo è sempre la stessa cosa, che vuol mettersi al centro di tutto; l’uomo vuole mettersi al posto di Dio. Vogliamo essere noi il dio, vogliamo decidere noi tutto: questa è la grande tentazione, mettere Dio da parte e metterci al centro noi. Questa è la storia di Adamo ed Eva; e questa è la nostra storia. Il diavolo usa subito questo con Gesù: “Se tu sei Figlio di Dio puoi fare questo, perché sei come Dio“.
Abbiamo visto che durante la Quaresima ci sono tre colonne, tre armi per questo combattimento contro il peccato, tre aiuti. Il primo aiuto, ve lo ricordate, è il digiuno. Noi, con il digiuno, cosa dobbiamo combattere? Il fatto di voler assolutizzare i nostri appetiti. Questa è la prima tentazione, cioè: io ho voglia di qualcosa, allora la devo avere! Il diavolo pretende di trasformare le pietre in pane: perché? Perché vuole così. Il digiuno ci permette di renderci conto che, al di là della fame, ci sono altre cose più importanti; che tutto quello che desidero, che sento, non è sempre necessario per me! L’appetito non è solo del cibo: tutti i nostri desideri non sono imperativi come vogliamo credere, c’è altro. L’arma della Quaresima, Il digiuno, ci deve aiutare a capire che non è che se sento questo vuoto, lo devo riempire: il vuoto che ho dentro è forse perché ho bisogno di Dio!
La seconda arma che ci è stata detta nel Vangelo è la preghiera. Noi abbiamo la tendenza ad assolutizzare i nostri progetti. Cosa dice il diavolo? “Bùttati dal pinnacolo del tempio, tanto tu sei il Figlio di Dio, è scritto che gli angeli ti verranno a proteggere, lo puoi fare”. Non è così. Noi vogliamo assolutizzare tutti i nostri progetti, i nostri desideri. L’abbiamo detto tante volte: noi trattiamo Dio come la macchina del caffè: io metto la moneta, tu dammi queso; io dico una preghiera e tu mi dai questo. Non è così. Io devo cercare la volontà di Dio sulla mia vita, non la mia volontà: non è perché desidero una cosa, questa deve accadere. “Buttati giù “, dice il diavolo. “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Dunque la preghiera è proprio questa relazione, la ricerca della volontà di Dio nella mia vita, non la mia volontà di fare quello che mi pare della mia vita. Questa è la seconda arma che ci è stata donata il mercoledì delle Ceneri.
E la terza è l’elemosina. L’elemosina è contro l’assolutizzazione del possesso. Noi viviamo in una società in cui si deve sempre avere! Quando si va in un Paese povero, si capisce cosa significa l’accoglienza. Loro non hanno niente, ma ti accolgono a braccia aperte; non perché gli devi dare qualcosa, perché laggiù non hanno l’abitudine di possedere; e lì, capisci che cosa significa l’accoglienza, mentre noi siamo sempre chiusi, abbiamo sempre paura di perdere qualcosa, che ci tolgano qualcosa. C’è questa voglia di possedere le cose, di dominare le cose. Lo so che ci sono problemi per tirare avanti anche qui, ma questa sete di possesso, di avere è grande: bisogna lottare contro questo. Anche questo parlare di ecologia eccetera: certo, perché noi non abbiamo saputo custodire il dono di Dio, vogliamo possedere tutto, usare tutto così: regnare sulle cose, il possesso, questa è una grande tentazione. E l’elemosina è l’arma contro questo.
Allora vedete che, essere figli di Dio non è come dice il diavolo essere uguali a Dio. Essere figli di Dio, come ci insegna Gesù, significa avere fiducia in lui. Come un figlio ha fiducia nei suoi genitori, è questo il sentimento, l’amore che dobbiamo ritrovare in lui. Noi credevamo che essere figli di Dio significa regnare, ma essere figli di Dio significa essere amati, accettare questo amore. Diventare figli significa avere fiducia! Noi, diventando grandi, perdiamo la fiducia, e la più grande tentazione è questa! È dire: io sono al centro, non ho fiducia in te, mi stai rubando qualcosa, il mio potere. Non è così. Gesù, come vero Dio e vero uomo, ci fa capire qual è la vera libertà, il vero amore, la vera figliolanza! È questo che noi ricerchiamo! Il cammino di Quaresima è questo, è riscoprire l’amore di Dio per noi; riscoprire che siamo figli, che siamo amati, è questo il cammino nostro! Ma il cammino di Quaresima è il cammino di tutti i cristiani, per tutta la vita! È questo il nostro cammino. La Quaresima è il tempo propizio per ritrovarlo. E se noi arriviamo a Pasqua avendo ritrovato questa relazione con Dio, allora tutto cambia, tutto cambia! Noi non facciamo niente per le regole, lo facciamo per amore, perché vogliamo ritrovare questa fiducia, perché vogliamo essere figli! Tante volte, quando pecchiamo, lo facciamo perché cerchiamo l’amore, ma lo cerchiamo per le strade sbagliate, mentre l’unico pane è lui, per ciascuno di noi. Non abbiamo bisogno di affermataci per essere amati, abbiamo solo bisogno di accogliere questo amore, come tutti i nostri bambini che sono lì, le braccia aperte, che vogliono il nostro amore. È questo che Dio vuole per ciascuno di noi. Noi dobbiamo solo accoglierlo! Amen