Il vino della vita è l’amore
Settimana dopo settimana, ci ritroviamo, ultimamente, sempre a un’Epifania:
la prima è quella che si chiama proprio la festa dell’Epifania, il 6 gennaio, in cui viene manifestato Gesù al mondo.
La seconda l’abbiamo avuta al Battesimo di Gesù, in cui lo Spirito Santo, in forma di colomba, è apparso, e si è sentita dai cieli la voce di Dio che diceva: “Questo è il Figlio mio prediletto”.
La terza manifestazione è proprio questo miracolo di Cana, o come dice Giovanni, questo segno, un segno molto importante, forse il più importante.
Allora cerchiamo di capire perché. Infatti uno potrebbe dire: beh, è strano, con tutto quello che succede nel mondo, con la violenza, la povertà eccetera, uno dei segni più grandi di Gesù è Cana, cioè una festa di matrimonio in cui viene a mancare il vino! Di un segno simile possiamo farne a meno, no?
Vedete, biblicamente il vino ha un significato, nella Bibbia il vino è segno dell’amore! E allora cominciamo forse a capire qualcosa di più.
Una coppia può funzionare se non c’è amore? L’amore è alla base della costruzione di una coppia, uno non è che si sposa senza amare; o almeno, se succede così, sappiamo che non andrà molto lontano.
Sappiamo anche che queste nozze, che il matrimonio è segno di qualcosa di più grande: che è segno dell’amore tra Dio e il suo popolo, l’amore tra Dio e il popolo israeliano, l’amore tra Dio e il nuovo Israele che siamo noi cristiani: allora forse cominciamo a capire qualcosa di più.
La mancanza di vino, la mancanza di amore, forse la viviamo anche noi. Forse questo è qualcosa che sta parlando alla nostra vita di oggi.
Manca il vino, e Maria, è lei che lo dice.
Vedete, Maria, l’abbiamo spesso detto, è molto importante, è quella che è veramente la prima discepola, quella che ci accompagna nel cammino, quella che noi dobbiamo guardare. Tanti sono i santi che avevano Maria come modello, che non potevano fare a meno di quella amicizia, di quel bisogno di averla lì. Maria ci accompagna nel nostro cammino di fede, ci fa da guida, ci indica Gesù; e anche in questo caso è Maria che vede che manca il vino, lo dice a Gesù. E poi è lei, e guardate bene che sono le ultime parole di Maria, perché dopo, nel Vangelo, non le sentiremo mai più, non sentiremo mai più parlare Maria nel Vangelo. E le sue ultime parole sono: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Perché noi siamo chiamati a seguire queste parole. Non dice: pregate, dice: “ fate!”. E anche questo l’abbiamo detto tante volte.
È un po’ come l’amore: l’amore non è semplicemente un sentimento, una parola, è qualcosa di fattivo. L’amore lo devo esprimere, e la fede è la stessa cosa. Mi posso riempire la bocca di parole, anche parole di fede, ma se non vivo la fede concretamente tutti i giorni, nelle mie scelte, nel mio modo di vivere, a casa, al lavoro, che fede ho? Quante volte abbiamo detto che la fede si deve incarnare, che questa parola si deve incarnare, proprio come succede con Maria? Se no, che fede abbiamo? Che fede ho io? Ecco il nostro problema, ecco la nostra fede. Tante volte le nostre comunità, in particolare in Europa, nel mondo occidentale, sono comunità dove manca il vino. Cioè manca la voglia di vivere, manca la voglia di andare avanti, manca la voglia di servire, manca la gioia, manca la voglia di far festa. Noi ci ritroviamo dove tutto diventa grigio, faticoso, rancoroso; cresce la rabbia, cresce l’aggressività, il pessimismo, il vittimismo. E non è quello che accade anche nella nostra comunità?
Quante volte vediamo persone che sono affaticate, ma non è il problema di quello che è chiesto o quello che c’è da fare, ma è dentro, il problema! Hanno perso il vino, hanno perso l’amore, hanno perso quel sentirsi amati da Dio, hanno perso la gioia, la passione di donarsi agli altri, di far conoscere agli altri la voce di Gesù . Ed è questo il grande problema delle nostre comunità.
Cosa stiamo a fare qua? A guardare uno spettacolo attorno all’altare o a vivere quell’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori? Tante volte abbiamo detto questo, questo è l’essenziale! Ricordate quello che abbiamo sentito dalla voce di Dio al Battesimo di Gesù, noi siamo figli amati. Ed è questo che dobbiamo riscoprire. Quell’amore che è stato riversato nei nostri cuori: è questo il vino della festa.
E cosa dice Gesù? ”Riempite le giare d’acqua”. Perché, vedete, noi non possiamo fare cose eccezionali, noi possiamo solo riempire le gialle d’acqua. . Noi possiamo solo portare l’acqua negli spazi della nostra vita.
Però, nel momento in cui quel poco che ho, lo metto a disposizione del Signore, quel poco d’acqua che posso mettere, il Signore la trasforma. Trasforma quell’acqua in vino. Trasforma la nostra vita grigia in una vita straordinaria.
Non è quello che noi desideriamo? Non è questo? Preferiamo vivere quella piccola, povera vita che abbiamo così, rinchiusa, o vogliamo che il Signore faccia qualcosa di grande nella nostra vita? È questo il vino. E solo il Signore può fare questo.
Come avete sentito, le giare erano tra i 80 e i 120 litri! Erano una cosa enorme. Nell’ordinario della nostra vita, può succedere qualcosa di straordinario, se lo mettiamo a disposizione del Signore. È lui che può rendere straordinario qualcosa di ordinario. Ed è questo che noi desideriamo! Allora, ecco, all’inizio di questo tempo ordinario, il Signore ci mette una parola straordinaria per ricordare la nostra chiamata.
La nostra chiamata è grande. Non ci dobbiamo lasciare andare. Non dobbiamo ritornare nella mediocrità.
Abbiamo ancora questa parola. Mettiamo quell’acqua, quella povera acqua, questi poveri doni, ma diamoli al Signore. E facciamo sì che ci sia un vero miracolo nella nostra vita, che quell’ordinarietà diventi straordinaria! È possibile, i santi ce lo ricordano, è possibile!
Quante volte ve l’ho detto, con madre Teresa, piccola così, che ha fatto cose grandiose in India. Così può succedere per noi? E deve succedere. Perché questo mondo ha bisogno di ognuno di noi. Di ognuno di noi questo mondo ha bisogno!
Ma questo succederà solo se diamo al Signore la nostra vita. Se mettiamo quel poco e povero che siamo nelle sue mani. Basta piangere su noi stessi. Basta. Dobbiamo andare oltre, dobbiamo alzare lo sguardo. Basta!
Perché quella mediocre vita non andrà avanti. Quel grigio ce l’avete nel cuore, non è fuori, è qui. . E il Signore vi chiama a cose molto più grandi. Ed è questo che noi desideriamo di più!
Amen.