Storia della Parrocchia
La Parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio è nata dallo smembramento della Parrocchia Santa Maria Regina Mundi dei P.P. Carmelitani. I Primi Abitanti del quartiere cominciarono ad arrivare intorno all’anno 1967. Nel censimento del 1971 si contavano 10.900 abitanti; questo numero è andato gradualmente crescendo con il passare degli anni fino a raggiungere 12.000 fedeli. Essi provengono da diverse parti, ma in prevalenza dal sud del paese. E’ gente generosa e buona, legata naturalmente alle tradizioni della terra d’origine. La Parrocchia costituisce l’unico punto di riferimento e di aggregazione.
Ufficialmente la parrocchia è stata eretta il 1 novembre 1974 con il decreto del Cardinale Vicario Ugo Poletti “Cum in regione” ed affidata prima al clero diocesano di Roma poi alla provincia romana dei Frati Minori Conventuali.
Il territorio della parrocchia, con decreto del 15 marzo 1982, è stato determinato secondo i seguenti nuovi confini: “Via Casilina, partendo da viale Palmiro Togliatti, fino all’altezza di Via Augusto Marini che si raggiunge per Via breve – detta Via – Via Angiolo Cassioli – Via Vitaliano Ponti – Via Adolfo Giaquinto e da qui idealmente fino al tracciato dell’asse attrezzato all’altezza della fine di Via Filomusi Gelfi – detto asse attrezzato – Viale Palmiro Togliatti – Via Casilina”.
Il riconoscimento agli effetti civili è stato decretato il 5 dicembre 1977.
Ai primi di maggio del 1977 i parrocchiani di san Bonaventura, per protestare contro la Regione Lazio che tarda a ratificare l’autorizzazione comunale alla costruzione della chiesa, occupano il terreno sul quale dovrebbe sorgere l’edificio, situato all’angolo tra via dei Romanisti e via Marcio Rutilio.
foto 3-nasce la parrocchia di san Bonaventura, articolo del Tempo del 7 maggio 1977.1
Sul terreno viene innalzata una grande croce di ferro. La successiva domenica 8 maggio, sullo stesso terreno, viene impartita la cresima a una cinquantina di ragazzi.
Ma la costruzione della nuova chiesa è contestata da chi vorrebbe che venisse data priorità ad altri bisogni. Con un volantino dal titolo “Il Diavolo c’è”, nel giugno 1977, il circolo giovanile comunista del quartiere invita i “giovani” e i “compagni” a protestare contro la venuta a Torre Spaccata del Cardinal vicario Ugo Poletti che, secondo il volantino, “si inserisce in un momento politico in cui le forze clericali e conservatrice tentano un rilancio nei quartieri popolari tramite i loro organismi reazionari come Comunione e Liberazione”. Si invitano tutti i giovani del quartiere a mobilitarsi contro la costruzione di una seconda chiesa “che vuol dire oratori, locali e strutture, aventi la funzione di indottrinare” e a favore della costruzione di “centri sociali autogestiti”. Il volantino si chiude con lo slogan: “meno chiese più case più servizi sociali”.
La contestazione non si ferma alle parole e il 27 dicembre 1977 vengono lanciate due bombe incendiarie contro le serrande dei negozi che ospitano provvisoriamente la parrocchia di san Bonaventura. L’attentato è rivendicato dal Commando Armato Proletario per il Comunismo con un volantino nel quale si dice che si è voluto colpire un locale nel quale i fascisti del quartiere di Torre Spaccata “sono riusciti ad organizzarsi grazie alla tutela della chiesa e di Comunione e Liberazione che gli hanno fornito lo spazio fisico”. Il volantino esorta i “compagni” a bruciare “i covi di Comunione e Liberazione dove si annidano i fascisti” e a togliere “ogni spazio ai fascisti che hanno oggi il solo compito di mantenere viva la falsa teoria in cui sguazza la D.C. degli <opposti estremismi>.”
Nonostante le contestazioni, nel dicembre 1978 iniziano i lavori della costruzione della nuova chiesa.
Il primo aprile 1979, V domenica di Quaresima, la nuova parrocchia riceve la visita del pontefice Giovanni Paolo II che celebra l’eucarestia accanto alla croce piantata nel luogo dove sorgerà la nuova chiesa. In quella circostanza, Giovanni Paolo II disse: “La vostra Parrocchia è molto giovane. Essa è nata dalla fede, su questo terreno poco fa incolto”. I fedeli riservarono al Pontefice un’accoglienza calorosa, sentita e commovente: l’immagine che Egli si portò dietro fu quella di una Comunità vivace, solerte ed operosa.
Dopo 25 anni e varie vicissitudini, si è realizzata finalmente una chiesa nuova, bella ed ampia, per accogliere comodamente, per le celebrazioni festive e domenicali la popolazione del quartiere. La chiesa parrocchiale è stata dedicata dal Cardinale Vicario Camillo Ruini il 15 maggio 1999. Il progetto architettonico è di Francesco Paolo Riccobene. La proprietà è della Pont. Opera per la Preservazione della Fede e la provvista di nuove Chiese in Roma.
A ricordo del Santo Titolare, all’interno della stessa, è stata collocata una pietra tufacea millenaria, prelevata dalla casa paterna del Dottore Serafico e risalente al tempo degli etruschi o addirittura all’epoca-villanoviana (IX-VII secolo a.c.) insieme ad una lapide-ricordo estratta dalla cava basaltina di Bagnoregio, unica al mondo.
Nel settembre 2005 la nostra parrocchia è passata nelle mani dei frati della Provincia di Varsavia (Polonia).
I parroci che si sono succeduti nei 40 anni di vita della Parrocchia, Padre Vittorio Trani, Padre Arcangelo Masocco, Padre Gino Parisi, Padre Umberto Fanfarillo, Padre Angelo Di Giorgio e p. Andrzej Buzor hanno lavorato molto per creare una comunità aperta all’accoglienza ed allo spirito di comunione e di collaborazione. Il 17 settembre 2008, p. Jan Olszewski ha ricevuto l’ultima nomina al parroco di San Bonaventura.