Oggi la liturgia ci porta qui, a vivere questo giorno.
Eravamo fuori ad acclamare il Signore e ci ritroviamo dentro questa chiesa a ricordare la sua passione. Eravamo fuori con le folle di Gerusalemme ad acclamare Gesù che entrava trionfalmente in Gerusalemme, e ci ritroviamo qui, con le folle, a chiedere la morte di Gesù, morte orribile, torturato sulla croce.
Cari amici, queste folle, questo popolo, siamo noi: gli stessi uomini che fuori acclamavano, dentro lo condannano.
Questo è il nostro cammino, questo è il nostro cuore. Quante volte il nostro cuore è diviso, quante volte abbiamo detto che siamo chiamati alla santità, però spesso abbiamo perso l’immagine di Dio che è nel nostro cuore, che è sul nostro volto. Non siamo il suo riflesso.
Così è successo anche ai suoi discepoli, avete sentito, come tutti, in particolar modo Pietro, ma anche tutti gli altri dicevano: “Noi non ti abbandoneremo mai!” e dopo poco, all’arrivo dei soldati, sono scappati tutti.
Pietro, come Gesù aveva detto, lo rinnegherà tre volte. E così facciamo, tante volte, anche noi: rinneghiamo con le nostre azioni, con il nostro modo di vivere, con il nostro egoismo, rinneghiamo la nostra fede, rinneghiamo il cammino che Gesù ci ha insegnato. Rinneghiamo questo amore che ci ha donato.
E allora iniziamo questa Settimana Santa proprio con questi due episodi, l’acclamazione della folla, l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, e il suo sacrificio. Le acclamazioni e l’abbandono. E iniziamo questa Settimana Santa riconoscendo che siamo noi peccatori come gli altri, che come i discepoli anche noi siamo chiamati a fare un cammino per accompagnare il nostro Signore.
Noi, a differenza dei discepoli, sappiamo che Gesù è risorto. Malgrado tutto facciamo fatica a seguirlo.
Allora si apre una settimana particolare, il centro della nostra fede, il culmine dell’anno liturgico, dobbiamo cercare insieme di vivere questi momenti forti in cui il Signore dona la vita per noi.
Insieme vivremo questi giorni santi riconoscendo che abbiamo bisogno di Lui: “Non sono venuto per i sani, ma per i malati”.
La nostra comunità, la nostra grande famiglia di Dio, ha bisogno di camminare sui passi del Signore.
E’ il momento, il momento opportuno in cui mettiamo da parte le divisioni e con un cuore indiviso seguiamo il Signore: è Lui che ci chiama. Il nostro sguardo e il nostro cuore devono essere rivolti verso di Lui, come lo diciamo prima del prefazio.
Il nostro cuore e il nostro sguardo questa settimana devono concentrarsi unicamente sul Signore e solo così il nostro cuore sarà indiviso. Amen