Ragazzi, giratevi verso i vostri genitori e verso la comunità (lo dice rivolto ai ragazzi che stanno per ricevere il Sacramento della Cresima).
Guardate come sono belli questi ragazzi! Hanno il loro futuro davanti!
Il futuro che vogliamo per loro è sicuramente il futuro più bello che ci possa essere, vogliamo il futuro migliore per i nostri figli.
Però quando guardiamo la società ci preoccupiamo, e diciamo: “Dove andranno, quale cammino sceglieranno?” Perché ce ne sono così tanti.
In questi anni abbiamo cercato di far capire a questi ragazzi che il Signore ha tracciato per noi un cammino ben preciso. Abbiamo provato, quest’anno, a far capire che il cammino corrisponde ai bisogni degli uomini, alla ricerca della felicità, che ciascuno di noi, nel più profondo del suo cuore ricerca.
Non so se ci siamo riusciti, però è stato l’obiettivo di questi anni.
Vedete, noi non cerchiamo di indottrinare le persone, ma di proporre un cammino ben preciso. Tu lo puoi accettare o rifiutare, perché il Signore si propone e non si impone mai.
E loro non arrivano oggi al termine di questo cammino, perché, vedete, il cristiano cammina sempre. Nella nostra comunità ci sono adulti che continuano a incontrarsi, a fare un cammino, perché la vita continua, e hanno bisogno di camminare insieme. La presenza della comunità cristiana è proprio questo, non ti lascia da solo: il tuo cammino di fede non lo fai mai da solo, ma lo fai in una grande famiglia, che è la comunità, che è la Chiesa.
Questi ragazzi tanti anni fa hanno ricevuto il battesimo. Non avevano scelto niente, sono stati i loro genitori che hanno scelto per loro. In quel momento avevano fatto la promessa che li avrebbero aiutati nella fede, che li avrebbero accompagnati. Avevano ricevuto il cero, con quella fiamma che era la luce di Cristo, e avevano detto: “Noi cercheremo di illuminare la loro vita con la luce di Cristo”.
Questi ragazzi sono cresciuti, e quando sono diventati abbastanza grandi per capire, e avere la consapevolezza di quello che facevano, quando hanno capito di avere una coscienza, hanno iniziato il catechismo, e hanno ricevuto la Prima Comunione. E così si sono avvicinati al corpo e sangue di Cristo. Hanno vissuto, qui, la liturgia, le messe.
E poi, molti di loro hanno abbandonato, ma questi ragazzi che oggi sono qui hanno continuato e hanno maturato il desiderio di ricevere anche la Cresima.
La Confermazione.
E non è che sono loro che confermano quello che i genitori avevano fatto nel battesimo, come si sente alcune volte dire: “Adesso sei grande e sei tu che decidi, i tuoi genitori hanno deciso per te il Battesimo e tu lo confermi e fai la Cresima”… No!
Il Vescovo, successore degli apostoli, viene a confermare con lo Spirito Santo dall’alto questo loro cammino.
E’ Dio che conferma questo cammino, non sono loro!
Loro entrano in una grande schiera di uomini e donne che cercano di seguire il Signore.
E’ facile seguire il Signore? Se avete ascoltato il Vangelo di oggi sapete che non è facile. Avete sentito parlare di matrimonio. E Gesù dice parole non facili sul matrimonio. Avete sentito, non è la Chiesa, qua è proprio Gesù che dice così.
C’è un prete, di cui leggevo un testo, che scriveva: “Tante volte mandiamo le coppie al matrimonio come quelli che vanno a scalare l’Everest ma che hanno le scarpe da ginnastica invece di avere tutto il necessario per poter partire, e quindi poi a un certo momento fanno fatica e si trovano in difficoltà proprio perché non avevano il materiale adatto”.
Vedete, noi siamo chiamati nel nostro cammino, che non è un cammino facile neanche per voi, per ciascuno di noi, per qualsiasi cosa voi sceglierete nella vita, il matrimonio, la consacrazione, qualsiasi cosa. Non è un cammino facile.
Perché non è un cammino facile? Perché è un cammino di donazione. Perché amare significa anche sacrificarsi, significa avere grande gioia, ma significa anche faticare, perché per avere cose belle devi fare fatica.
Lo so che siamo in una società in cui tutto deve essere veloce e subito, però poi ci rendiamo conto che questo “veloce e subito” sono cose molto superficiali. Ma le cose belle e profonde dobbiamo faticare per averle. Perché ti richiedono un cammino ben preciso su te stesso. Perché se tu vuoi donare, devi anche scordarti un po’ di te stesso, devi un po’ metterti da parte, devi avere un po’ di umiltà. E questo per noi uomini è difficile.
Allora in questo cammino, oggi, ricevete lo Spirito Santo.
Durante il ritiro avete conosciuto i diversi doni dello Spirito, e abbiamo cercato di farvi capire che questi doni intanto non sono una storiella, così, che si racconta. Non è che perché le cose sono invisibili, non esistono. (Avete mai visto un virus che gira? No, ma sapete che esiste, ne vedete le conseguenze).
Bene, le conseguenze dello Spirito Santo noi le abbiamo viste: vedete questi uomini e queste donne che sono sulle statue, lì, erano uomini come noi, sono nati come noi, ma poi sono diventati santi. Proprio perché hanno aperto il cuore a Cristo.
E ancora oggi, nella città di Roma, ci sono uomini e donne che sanno vivere nella santità.
Poche settimane fa è stato aperto il processo di beatificazione e canonizzazione di Chiara Corbella, una ragazza di 28 anni, una romana, una mamma, una donna straordinaria. Una ragazza che avremmo potuto vedere qui, che era in una delle parrocchie romane, come tanti altri.
Ma lei ha lasciato entrare il Signore nella sua vita.
Allora oggi, a voi, è dato un bagaglio, per prendere in mano la vostra vita. Quel bagaglio che io dicevo prima, di quegli sposi che avevano solo le scarpe da ginnastica perché non gli avevamo dato abbastanza.
A voi invece, tra poco verranno dati i Doni dello Spirito che vi serviranno. Ma vi serviranno solo se vi aprite, se chiedete. Cioè voi avete la capacità, la possibilità, ma poi le dovete usare queste cose, dovete essere in ascolto del Signore, nella vostra vita, sulla vostra vocazione, sulla vostra chiamata. E la chiamata in gioco è alta, molto alta, perché Dio vuole il massimo per voi!
Ma come facciamo? Ce lo dice il Vangelo: dopo aver parlato di matrimonio si parla dei bambini, e Gesù dice ai suoi discepoli, e a tutti noi: “Voi dovete essere come bambini, per accogliere il regno dei Cieli”.
Che significa essere bambini? Fare i capricci? No. Essere bambini vuol dire affidarci. Un bambino non può far niente da solo, un bambino ha facilmente fiducia, apre il suo cuore, segue.
Noi più cresciamo, più facciamo fatica, più ci sentiamo importanti, più vogliamo far tutto da soli. E poi quando ti succede qualcosa nella tua vita, ti rendi conto che non avevi le redini, che non eri tu a guidare la tua vita! Perché le cose arrivano così, e solo se prendi coscienza che non sei tu a comandare… E più presto ne prendi consapevolezza, più sei giovane, più capisci, più potrai fondare meglio la tua vita.
La roccia della tua vita non sei tu, la roccia della tua vita è la Parola di Dio. E’ il Signore presente nella tua vita.
Non è mai facile capire questo, neanche i discepoli riuscivano a capirlo, ricordatevi sempre che il venerdì santo, sotto la croce, Gesù è morto e loro hanno avuto paura, sono scappati, non hanno saputo cosa fare. E quando Gesù risorto appare gli stessi uomini paurosi daranno la vita, quasi tutti muoiono martiri per quella verità, per quello che ormai non potevano più rinnegare, avevano visto Gesù risorto, e hanno cambiato vita.
Io spero che quest’anno forse qualcosa vi abbiamo fatto capire, vi abbiamo aperto una porta, verso qualcosa di più profondo e di più bello, io spero che di questi anni non butterete tutto in aria.
Quando guardo, quando leggo i commenti, quando sento la gente mi rendo conto che è come se a catechismo non ci fossero mai stati. Si sentono cose così assurde, sembra che la fede sia solo una piccola storiella così, da abbandonare.
Ma c’è qualcosa di più profondo, ci sono grandi uomini, grandi pensatori, che sono cristiani, non è un gioco!
Il cristianesimo ha costruito questo mondo, questa società, l’Europa.
L’Europa unita è nata nel monachesimo di san Benedetto. Andiamo a vedere che cosa è stato, non fermiamoci solo a guardare le cose negative, come se ci fossero solo quelle. C’è un grande, grande cammino, e Cristo entra in questa storia, duemila anni fa.
E oggi entra nella vostra vita attraverso questa Cresima.
Allora pensateci bene, pensate a quello che state ricevendo, a questo Dono. Non buttatelo via, usatelo!
E usate noi, usate questa comunità, in qualsiasi momento, noi siamo qui.
I ragazzi più grandi di voi vogliono continuare con voi il cammino. Non abbandonate, è adesso che ne avete bisogno. L’adolescenza è un momento importante della vita, dovete cominciare a riflettere sulle cose essenziali, fondamentali. Cominciate a conoscere chi siete, cominciate a dover contraddire anche i vostri genitori, tanti, l’ho visto anche nelle confessioni, cominciano un po’ a combattere con i genitori, ed è giusto! Dovete cominciare ad affermare voi stessi! Metterete anche in dubbio, in discussione la vostra fede, se non avete già cominciato a farlo! Ed è giusto! Perché voi non dovete ripetere quello che don Stefano o i catechisti dicono, come una bella lezione, la fede deve essere vostra, vi deve toccare! Dovete mettere in dubbio e criticare le cose per trovare voi la risposta, non per mollare tutto! Fatevi delle domande e cercate le risposte, e venite a chiedere, perché noi siamo qui per rispondere, per cercare insieme le risposte!
E poi a che serve il post-cresima? Non è la stessa cosa del catechismo. Lì vi fate le domande, lì dovete andare alla ricerca.
Allora, cari ragazzi, adesso siete abbastanza grandi per camminare, avete un padrino e una madrina dietro di voi che sono qui per aiutarvi. E se loro non bastano, per un motivo o per un altro, tanti testimoni della fede li potete trovare qui, in questa famiglia.
Allora datevi da fare, perché questo mondo ha bisogno di voi! Ha bisogno di nuovi uomini e donne che prendano in mano la situazione. Guardate la nostra città, guardate l’Italia, guardate il mondo, la situazione in cui le generazioni precedenti l’hanno ridotto.
Abbiamo bisogno di uomini e donne forti, che sanno in che cosa credono, che portano avanti la libertà, la verità, la giustizia, l’amore, la carità!
E noi abbiamo bisogno di voi! E non è un discorso così, campato per aria, è vero, abbiamo bisogno di voi!
Allora non abbandonate questo dono che avete ricevuto, usatelo totalmente e pienamente. Amen
7 ottobre 2018 XXVII Domenica del Tempo Ordinario
Commento di Don Stefano Cascio
Trascrizione a cura di Anna Mazzitelli